Napoli – La Finanza ha disarticolato due organizzazioni criminali che raccoglievano datteri di mare nel Golfo di Napoli. Una specie marina protetta dal 1998, perchè la raccolta di questi molluschi avviene tramite la devastazione della scogliera e l’ecosistema marino. Infatti i datteri di mare necessitano di almeno 30 anni per incunearsi nella roccia calcarea e raggiungere, così, una misura idonea alla collocazione commerciale.
Tra i clienti anche famiglie della criminalità napoletana
Le indagini hanno messo in luce un vasto mercato illecito tramite due organizzazioni che collaboravano tra loro specialmente nei periodi di grande richiesta di questi molluschi proibiti. Infatti, nel periodo delle principali festività un Kilogrammo di Datteri di mare può anche raggiungere il prezzo di 200 euro.
I due gruppi criminali si dedicavano, in maniera costante sia al prelievo dei datteri di mare che alla commercializzazione presso numerosi ristoranti e pescherie della regione. Ma tra gli acquirenti non mancavano diverse famiglie malavitose napoletane.
Più di 100 gli indagati
Dalle indagini è emerso che sono oltre 100 i soggetti, individuati nel corso delle indagini, a vario titolo operanti nell’ambito del mercato nero del dattero di mare. Nelle conversazioni intercettate, viene spesso utilizzato un codice segreto per evitare il riferimento esplicito alla specie protetta, nella piena consapevolezza della illiceità del relativo commercio.
Devastate le scogliere
I reati contestati sono associazione a delinquere aggravata da delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale, danneggiamento e ricettazione. Nei confronti di sei indagati è stata adottata la misura custodiale in carcere. Quattro saranno obbligati a presentarsi quotidianamente presso gli uffici della Polizia Giudiziaria e per tre è stato disposto il divieto di dimora. In particolare, due militari, indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio, non potranno dimorare nella Regione Campania.
L’ordinanza dispone anche il sequestro preventivo di tre locali commerciali, dove i datteri venivano nascosti e poi immessi in commercio, il sequestro del profitto derivante dalla vendita e il sequestro delle due barche utilizzate per la raccolta illecita.
Gli indagati hanno devastato la scogliera esterna che protegge il porto di Napoli e l’area dei Faraglioni di Capri
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