Incardinata nella commissione Giustizia, la proposta passa di misura dopo settimane di polemiche e l’ostruzionismo della Lega
Roma – Si sblocca il disegno di legge contro l’omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli, pressing e ritardi provocati dall’ostruzionismo dei partiti di destra. Messa ai voti, la calendarizzazione è passata con 13 sì e 11 no.
A chiedere da tempo l’avvio della discussione del Ddl Zan – dal nome del deputato del Partito democratico, Alessandro Zan, che è stato il relatore del testo -, sono Pd, M5s, LeU e Italia viva. Contrario il centrodestra che sostiene che si tratta di una legge che introduce un reato di opinione. Il provvedimento era stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020, a scrutino segreto, con 265 si e 193 no.
Cosa dice il Ddl Zan
Il Ddl Zan è una proposta di modifica degli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
Ecco le novità della proposta in pillole.
Carcere
È prevista la reclusione fino 18 mesi o multa fino a 6.000 euro per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.
Clausola salva-idee
“Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Giornata nazionale contro l’omotransfobia nelle scuole
Il 17 maggio è la Giornata nazionale contro l’omofobia dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell’inclusione nonché al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni.
I centri anti violenza
Si prevedono 4 milioni l’anno per attivare dei centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, ed anche alloggio e vitto alle vittime dei reati di odio e discriminazione.
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