Ad alcuni imputati è contestata anche la colpa cosciente, per i PM “ci fu immobilismo” e “consapevolezza dei rischi”
Genova – C’è un primo passo verso la giustizia per i 43 mori di ponte Morandi. Lo ha fatto la Procura genovese che oggi ha chiesto il rinvio a giudizio di 59 persone per il crollo del 14 agosto 2018.
Le accuse vanno dall’omicidio colposo plurimo, a quello omicidio stradale, all’attentato alla sicurezza dei trasporti, al crollo doloso, all’omissione d’atto d’ufficio e all’omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sul lavoro. I PM contestano ad alcuni indagati anche la colpa cosciente perchè sostengono che “ci fu immobilismo e consapevolezza dei rischi”. Per questo finiscono in giudizio anche le due società Aspi e Spea.
Dieci le posizioni stralciate in attesa di ulteriori approfondimenti. Tre indagati, dei 71 iniziali, sono morti prima della chiusura delle indagini.
Tra i rinviati a giudizio c’è l’ex AD di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, insieme agli ex vertici di Aspi e della sua controllata che si occupava delle manutenzioni, Spea, sotto accusa per responsabilità amministrativa.
Ora toccherà al Gup del Tribunale genovese stabilire se si andrà avanti e lo fa farà con un verdetto atteso al termine di un’udienza preliminare ancora da fissare ma attesa entro settembre.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.