L’animale, classificato come specie a rischio “vulnerabile”, nuotava a un miglio dal porto turistico Marina degli Aregai
Quando i biologi marini, i ricercatori o i semplici appassionati escono in mare per avvistare i cetacei o altri animali marini hanno sempre, nel profondo, la speranza di incontrare qualche specie rara. Quel brivido, quella fiammella di emozione che resta viva nel cuore ogni volta che si solcano le onde in mare aperto. E questa volta la stretta allo stomaco di agitazione è diventata reale perché il team di ricercatori di Delfini del Ponente ha trovato il suo “diamante grezzo”: la tartaruga liuto, conosciuta anche come “leatherback sea turtle” (tartaruga dal dorso di pelle) perchè ha la caratteristica di possedere un carapace morbido.
L’incontro con la tartaruga liuto
La Tartaruga Liuto è proprio quel tipo di avvistamento: raro, inaspettato, sorprendente e che regala un tuffo al cuore. “Ci trovavamo a circa un miglio dalla costa durante una delle nostre solite uscite per il monitoraggio della fauna marina costiera con il progetto di Delfini del Ponente APS – racconta Elena Fontanesi, biologa e vice presidente -, quando appena prima del Porto di Aregai abbiamo notato una macchia nera in mare e ci siamo avvicinati con il gommone convinti fosse un sacchetto di plastica da raccogliere”. E invece no. Mano a mano che il team di ricercatori si avvicinava quella sensazione di aver incontrato la propria “balena bianca” si faceva più forte. Quello non era affatto un sacchetto dell’immondizia: era una tartaruga liuto.
Le caratteristiche della Tartaruga Liuto: conosciamola meglio
La Tartaruga Liuto è la più grande al mondo e può superare i 2 metri di carapace arrivando anche a pesare 700 chili. Quella avvistata al largo di Imperia molto probabilmente misurava circa 1 metro e 30 centimetri, nella norma insomma, ma non per questo meno stupefacente.
Questo animale passa dallo stretto di Gibilterra e arriva nel Mediterraneo quasi esclusivamente per il foraggiamento. E di cosa va ghiotta la tartaruga liuto? Principalmente organismi planctonici gelatinosi come meduse e tunicati e, per trovarli, spesso si spinge anche in mari piuttosto freddi, fino a latitudini subpolari.
La Liuto è una specie a rischio “vulnerabile”: i pericoli in mare sono tantissimi
Il Mediterraneo è ricco di cibo, ma è anche molto pericoloso: tanti avvistamenti di tartaruga liuto riguardano infatti esemplari morti per colpa dei traumi riportati dopo le collisioni con i natanti, oppure con grandi quantità di plastiche ingerite o morte perché impigliate in attrezzature da pesca.
Proprio per questo motivo, per tanti anni la Liuto è stata considerata a rischio di estinzione, ma dal 2013 il suo stato da critico è stato modificato in vulnerabile nella Red List dell’IUCN: “Molto probabilmente l’attenzione nei confronti delle specie marine, tartarughe comprese, è aumentata significativamente negli ultimi anni. Per questo motivo non solo noi ricercatori, ma anche le persone che normalmente si trovano in mare hanno imparato a rallentare la velocità di navigazione in certe aree, a fare attenzione agli incontri con gli animali marini rispettando la fauna e soprattutto a riportare avvistamenti inusuali, fornendo importanti informazioni alla comunità scientifica”, spiega Elena Fontanesi.
Ma non basta, la Liuto è comunque a rischio e la sua popolazione globale è in diminuzione perché il numero di nidi in alcune aree del mondo si è drasticamente ridotto, il successo di schiusa delle sue uova è molto basso, anche a causa dei cambiamenti climatici in corso a cui la specie è molto suscettibile, e i piccoli che riescono ad entrare in mare e che sopravvivono sono pochissimi per nidiata. È evidente quindi la necessità di misure di salvaguardia per la conservazione della specie.
“Gli ultimi esemplari – conclude Fontanesi – sono stati avvistati nel 2017, sempre nell’Imperiese, dalla motonave Corsara durante un’uscita di whale watching”.
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