Ma il problema dell’accesso ai posti di lavoro per chi non ha il green pass è solo rinviato
Si temeva la paralisi, le proteste, forse anche qualche atto di forza. Niente del genere, la paralisi non c’è stata. Questa giornata che impone l’obbligo del certificato verde sui luoghi di lavoro vede molte proteste ma pochi intoppi. Se tutto è andato liscio a Mirafiori e al porto di Palermio, non si può dire così di Genova, dove i lavoratori hanno bloccato i varchi e adesso stanno bloccando Lungomare Canepa. Sembra che gli agenti della Digos stiano identificando i lavoratori che hanno bloccato il traffico.
Rimane il fatto che il lasciapassare obbligatorio potrà essere sostituito con un tampone che i lavoratori effettueranno all’ingresso del posto di lavoro, o nelle farmacie convenzionate, che ha durata di 48 ore. Va da sé che questo sistema non sarà sostenibile per molto tempo. Chi non vuole vaccinarsi si troverà nella condizione di essere emarginato. Soprattutto i lavoratori meno tutelati.
Portuali triestini: ” Il Green pass è uno strumento politico, non una tutela sanitaria”
“Negli ultimi giorni ci hanno proposto i tamponi gratis, forse perché siamo una categoria forte, ma io mi chiedo come avremmo potuto guardare in faccia gli altri lavoratori se oggi ci fossimo messi a lavorare”.
Questa la dichiarazione del portavoce dei portuali triestini, in una breve conferenza stampa organizzata davanti al varco 4 del Porto di Trieste.Stefano Puzzer ha ricordato che i lavoratori hanno lavorato per due in condizioni difficili contribuendo a mantenere viva l’economia del Porto. Oggi il lavoro va salvaguardato da una decisione che è politica e non sanitaria.
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