Segregati, ovvero dittatura pedatoria

Chiusi in casa come appestati

Ci mancava pure la peste suina a incasinarci questi foschi giorni di inizio 2022. Con pronta inibizione in buon parte di Genova e della Liguria – ma non solo – di salutari gite fuori porta, camminate nei boschi, trekking, persino pedalate su sterrati, a costeggiare aree verdi. Una sorta di rivincita per le discusse piste ciclabili della giunta “del fare”, o del “purché si faccia”, del sindaco/commissario Marco Bucci.

La peste suina – fanno sapere gli esperti – si può trasmettere anche attraverso le suole delle calzature o le gomme delle biciclette. Il diffondersi potrebbe creare un’enorme crisi produttiva ed economica a tutta la filiera industriale che produce, tratta e commercia le carni suine e gli insaccati.

“Questa notizia è enorme. Ed è come se mi vietassero di comprare dischi per sei mesi” obietta il mio amico social Diego Curcio, a commento di un articolo di Genova 24 dal titolo: “Peste suina, il governo chiude i boschi di Genova: per sei mesi divieto di trekking e mountain bike”.

Qualcuno va addirittura oltre criticando la natura del provvedimento ed osservando che ormai incontrare un cinghiale qualunque, o con tanto di piccoli al seguito, lungo il corso del Bisagno, o in branco nelle strade e nei giardini cittadini non costituisce più un fenomeno inusuale, ma è praticamente storia di tutti i giorni. Altri ancora fanno osservare che la categoria di operatori turistici che lavora a ridosso dei parchi, nei rifugi, nelle locande o nei bed and breakfast è già in ginocchio e che con questo provvedimento lavoratori e imprenditori del settore avranno molte probabilità di restare senza occupazione e chiudere per sempre. Una botta in più al turismo di territorio che già non è conciato bene.

Sbotta comunque un’altra amica social, Stefania Giara: “Al chiuso c’è il rischio Covid, nei boschi la peste suina. Affanculo tutto ok?” E aggiunge: “#stareacasaoggi per salvare la grigliata a pasquetta #jesuispulledpork”.
Modo esterofilo per dire che stanno facendo carne di porco.

Qualcuno, infine, se la cava con una battuta in stile Nostradamus: “Maledetto 2022 mancano soltanto le cavallette e l’asteroide”.

cinghiali
Cinghiali in città

Un colpo basso, tra no-vax e rischio arancione

Sì, insomma si tratta di sfiga al quadrato, perché in molti hanno pensato, dopo mesi di lockdown, di mascherine chirurgiche o FFP2, di portò fuori il cane e…. “lo piscio”, dei fantasmi di ritorno dei canti dal balcone, che in fondo evitato l’arancione – ma non si sa per quanto ancora – si era fortunati a potersi distendere con un percorso nel verde in bicicletta, con la corsetta salutare fra faggi e pini marittimi, andando per funghi o sgambando con un po’ di trekking. Tanto per tenersi egualmente in allenamento, rifuggendo il pericolo degli ambienti chiusi delle palestre. Con contatti superficiali ma rischiosi al chiuso. Godendo, al contrario, a pieni polmoni dell’aria aperta.

Così si è trattato di un colpo basso vero e proprio. Talmente basso da far saltare, magari, quell’equilibrio già da due anni messo a dura prova da tante limitazioni.

Tra polemiche su sanità privata e impreparata, vaccini sì e vaccini no, mezzi pubblici insufficienti, greenpass, terza e quarta dose, Dad o lezione in presenza, tamponi, tamponatori e tamponandi. Con i numeri di positivi – al Covid, non alla peste suina – che tendono a salire, insieme a ricoveri e decessi. Mentre riprendono – negli ospedali, ma non soltanto – gli appelli a vaccinarsi, dose dopo dose – perché rischiare un nuovo tracollo potrebbe voler dire intasare corsie e reparti, limitando di fatto le cure anche a chi ha patologie diverse.

Calma e sangue freddo

Questione di mantenere i nervi saldi. Che poi, magari, ci ritroveremo tutti a passeggiare in corso Italia, con FFP2 sul naso, ad osservare le nuove aiuole della rivoluzione voluta da Bucci e da Piciocchi e i ciclisti, attratti, a frotte e obtorto collo, dalla scorrevolissima rivoluzionaria nuova pista ciclabile. Sempre che qualche branco di cinghiali maligno non decida di rovinarci la giornata.

Sino a che arancione o rosso non si finisca per ritrovarci segregati nuovamente. E un’ordinanza non ci separi.

Giorgio Gaber
Giorgio Gaber

La libertà, che è partecipazione

Insomma, che la libertà sia partecipazione, magari non solo virtuale, è cosa nota almeno dai tempi del signor G di Giorgio Gaber. Eppero’, poi c’è la cosiddetta ragion di stato, quella che restringe diritti acquisiti, almeno un po’ nelle emergenze, e che i no vax, e tutti quei politici che un po’ ci marciano – non esclusi i gruppi parafascisti – non riconoscono.  Ed è il periodo di emergenza che limita, se non il pensiero almeno la deambulazione. La cosiddetta dittatura sanitaria – proclameranno no vax e affini vari – con l’avvento dell’emergenza suina, e con le contromosse, si è trasformata in dittatura pedatoria. Per sei mesi in cui ci vengono negati trekking, passeggiate, gite fuori porta, pedalate salutari nei boschi. Mentre qualcuno posta sicuro, contro coloro che, a puro scopo di divertissement per la tribu’ votante dei cacciatori, hanno ripopolato il branco di ungulati con esemplari non autoctoni finendo per importare e veicolare proprio la peste suina. Il serpente che finisce per mangiarsi la coda. Insomma un gran casino in rete, fra hater e non.

Come se la pandemia non ci avesse scosso già abbastanza. E profondamente. Imponendoci di rinunciare al nostro rassicurante tran tran da travet dell’esistenza. Ma… ce la faremo, aspettando, ancora una volta fiduciosi, l’invasione delle cavallette e l’asteroide in caduta libera.

Perché come diceva Gaber: la libertà è partecipazione. E anche ridotta alla mera libertà di pensiero nessuno in fondo ce la può negare.

Alessandro Terrile

Politici, profeti e falsi profeti

O forse no.

Perché poi talvolta, al di là della gag della dittatura sanitaria, può esistere anche un utilizzo strumentale della stessa. Allo scopo di addomesticare, almeno un po’, la piazza recalcitrante che, magari, seppur tardivamente, si interroga sul migliore dei sindaci possibili, e lo fa – magari – a stretto contatto di tempo con le future elezioni amministrative per il Comune di Genova.

Lo fa rimarcare con un lungo post il capogruppo del Pd in consiglio comunale Alessandro Terrile. Con tanto di foto del portone di palazzo Tursi serrato e un titolo a grossi caratteri che spicca in giallo sulle porte sbarrate: “Chiuso per dissenso”.

Spiega Terrile: “Depositi costieri, Bucci chiude palazzo Tursi”

Martedì prossimo, su richiesta dei gruppi consiliari di minoranza, si terrà il Consiglio Comunale straordinario sul trasferimento dei depositi costieri. Sarà la prima occasione di dibattito su una scelta assunta dal Sindaco-Commissario in completa solitudine, senza mai coinvolgere né informare il Consiglio Comunale né i Consigli di Municipio interessati.

In tutti questi mesi, nonostante le richieste avanzate dal gruppo del PD fin dal settembre 2017, non abbiamo mai avuto occasione di confrontarci nelle aule di Tursi sul tema. Per quattro anni si sono susseguiti annunci, smentite e nuovi annunci senza mai poter consultare un documento o poter ascoltare una risposta dalla Giunta.

Perfino a ottobre 2020, quando Bucci propose al Consiglio una modifica del piano di rischio aeroportuale per consentire il trasferimento dei depositi al Terminal Messina, ci spiegò che non si poteva discutere dei depositi costieri perché formalmente la pratica riguardava solo il rischio aereo.

Poi ENAC presentò ricorso al TAR e la soluzione Messina fu abbandonata. Più recentemente, lo scorso dicembre, dopo che a Multedo il Sindaco aveva già illustrato la proposta di Ponte Somalia, tutti i documenti presentati in Consiglio Comunale sul trasferimento dei depositi sono stati giudicati inammissibili perché attinenti a scelte dell’Autorità Portuale o del Commissario straordinario.

In sostanza, Bucci gira la città promettendo soluzioni che poi non sono praticabili, ma in Comune può permettersi di non risponderne perché lo fa da Commissario. Per questa ragione, insieme a tutte le forze di minoranza abbiamo depositato a fine dicembre la richiesta di un Consiglio Comunale monotematico sul tema dei depositi costieri” .

Le richieste dell’opposizione

E Terrile prosegue con una serie di richieste :” Chiediamo al Consiglio di dire alcune cose chiare:

– Da Multedo devono andare via, in coerenza con quanto il PD scrisse nel PUC del 2015.

– Devono essere trasferiti in area portuale, in una zona sufficientemente lontana dalle abitazioni e che non pregiudichi lo sviluppo del porto;

– La soluzione di Ponte Somalia non risponde a questi requisiti, e con ogni probabilità è impraticabile perché contraria alla normativa esistente.

– Anche grazie ai fondi del governo e di Autostrade si possono valutare altre aree. Noi ne suggeriamo due: Calata Oli Minerali e la nuova Diga.

Sarà finalmente il momento del dibattito, serio e approfondito su un tema complesso”.

Le contraddizioni delle porte sbarrate

E infine accusa il rappresentante del Pd : “Ma il centrodestra vuole farlo a porte chiuse per timore del dissenso e delle contestazioni.

La maggioranza ha deciso che per ragioni sanitarie proprio dalla settimana prossima il pubblico non potrà più assistere alle sedute del Consiglio Comunale.

I cittadini genovesi con green pass rafforzato e mascherine FFP2 possono comunque andare a teatro, al cinema, nelle palestre e nei palazzetti dello sport, ma non potranno assistere ai lavori del Consiglio Comunale”.

Decisione che viene da lontano, quella di escludere la prerogativa che il pubblico potesse intervenire in prima persona. Una sorta di “colpo di stato” messo a segno alcuni giorni fa dal presidente del consiglio comunale Federico Bertorello che, non soltanto ha fatto sua la proposta di imporre giustamente, e a scopo cautelativo, ai consiglieri comunali, agli assessori e allo staff che partecipera’ in presenza alla seduta in sala rossa la FFP2, ma ha messo ai voti, di sua iniziativa,  il fatto che, ad ulteriore salvaguardia del possibile contagio, il pubblico non potesse essere presente sugli spalti. Proposta messa ai voti e passata grazie al voto dei capigruppo di maggioranza. Con l’evidente contraddizione sottolineata da Terrile nel suo post: “I cittadini genovesi con green pass rafforzato e mascherine FFP2 possono comunque andare a teatro, al cinema, nelle palestre e nei palazzetti dello sport, ma non potranno assistere ai lavori del Consiglio Comunale”.

Il fortino del Commissario/Sindaco

Con tanto di protesta dello stesso Terrile già qualche giorno fa sul suo profilo: “Bucci si chiude nel fortino”

Porte chiuse per il Consiglio Comunale. La maggioranza di centrodestra ha deciso che per ragioni sanitarie dalla prossima settimana il pubblico non potrà più assistere alle sedute del Consiglio Comunale.

Porte chiuse per i cittadini, che con green pass rafforzato e mascherine FFP2 possono comunque andare a teatro, al cinema, nelle palestre e nei palazzetti dello sport, ma non possono assistere ai lavori del Consiglio Comunale.

La scelta purtroppo c’entra relativamente poco con la pandemia, e c’entra molto invece con il calendario dei lavori dell’aula. Martedì 18 gennaio si terrà infatti il Consiglio Comunale richiesto dalle minoranze sul trasferimento dei depositi costieri da Multedo a Sampierdarena.

Sarà la prima occasione in tutti questi anni in cui il Consiglio Comunale potrà occuperà della questione, visto che fino ad oggi è stato deciso tutto altrove, senza neppure un’informativa ufficiale ai consiglieri.Bucci e il centrodestra si potranno anche chiudere nel fortino ma non eviteranno il dissenso per una scelta sbagliata per il porto e per la città”.

Questione importante e dibattuta in città e sulla stampa, locale e non solo, quella del trasferimento dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena, con esteso dibattito social – in cui la tifoseria di Bucci per la prima volta ha vacillato – e sui quotidiani, genovesi e non. Con prese di posizione di terminalisti e imprenditori. Questione che forse meritava un dibattito franco e alla presenza del pubblico e dei cittadini, volenti o nolenti, interessati.

Ma è la bellezza della democrazia, in epoca di dittatura sanitaria, come a volte sproloquiano i “no vax”. Che talvolta può anche servire strumentalmente come espediente. Ricordo in merito, giusto qualche anno fa, in pieno inizio delle disposizioni antipandemia, come il lockdown venne fatto scattare allo scoccare della mezzanotte. Consentendo di fatto lo svolgimento di una cena/incontro con Il leader della Lega Matteo Salvini. Non a caso l’indomito Capitano anche del presidente del consiglio comunale Federico Bertorello, lo stesso che ha proposto di isolare la sala rossa di palazzo Tursi. Allora, comunque e nel caso specifico del “lockdown di cenerentola” decise Giovanni Toti, governatore plenipotenziario della Regione Liguria con speranza di riconferma. Quel Toti che molto prima di “Cambiamo” e di “Coraggio Italia” in quel periodo con Salvini manteneva ancora una mirabile identità di vedute. Mille persone, paganti per la cena alla Fiera – ( il Commissario non era ancora intervenuto con le ruspe), per il finanziamento della Lega in vista delle regionali. E poi di corsa a casa disseminando la Fiera di scarpette per il loro principino azzurro. Anzi, con la camicia verde.

Perché in fondo è questa la bellezza della democrazia.

 

Una reazione…del belino

Cinghiali permettendo. In una sorta di rivisitazione de “La fattoria degli animali” di George Orwell a cui alla dittatura dei maiali potrebbe in qualche modo sovrapporsi quella più ruspante dei cinghiali. In fondo la classe non è acqua.

Che poi ironizza il mio amico social Diego Delavega Cerofolini utilizzando la fake news del momento, quella che spiega, attribuendola a Fanpage.it come “Il Covid può ridurre le dimensioni del pene e causare problemi di erizione. Secondo gli esperti la disfunzione erettile può essere complicanza a breve o lungo termine dell’infezione da coronavirus”, e chiosa: “ FINALMENTE LA STRATEGIA giusta e alternativa al greenpassi di ogni ordine e grado…..

Caro Figliuolo prepara le dosi!!!!😬😬😬”.

Come già dicevo, insomma: la classe non è acqua. E noblesse oblige.

Paolo De Totero

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta