Crescono del 28,1% i nuovi vaccinati con più di cinquant’anni. Stabili le prime dosi tra i 5 e gli 11. Sballati i calcoli delle dosi residue di Moderna
Parliamo di vaccini e partiamo dalle forniture dove c’è il caos sui numeri delle dosi residue di Moderna.
Accanto alle 2.927.240 di quelle Pfizer, infatti, è impossibile conoscere il reale numero di quelle Moderna perché la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per i richiami effettuati con questo vaccino viene utilizzata solo mezza dose.
Somministrazioni e coperture
Quanto alle somministrazioni, alle sei del mattino del 19 gennaio l’83,7% della popolazione (n. 49.588.638) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+530.043 rispetto alla settimana precedente) e il 79,6% (n. 47.157.874) ha completato il ciclo vaccinale (+345.024 rispetto alla settimana precedente). In aumento nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 4.426.264), con una media mobile a 7 giorni di 632.323 somministrazioni/die: crescono dell’8,3% le terze dosi (n. 3.607.837) e del 2,8% i nuovi vaccinati (n. 510.742).
Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 98,4% degli over 80 al 25,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 80,8%, nella fascia 70-79 il 76% e in quella 60-69 anni il 69,1%.
I nuovi vaccinati
Nella settimana 12-18 gennaio si registra un lieve aumento dei nuovi vaccinati, che sono 510.742 rispetto ai 496.969 della settimana precedente (+2,8%). Di questi quasi la metà è rappresentata dalla fascia 5-11, che resta sostanzialmente stabile (n. 240.920; -3,2%), mentre la recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 inizia a mostrare i primi effetti visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono 128.966 (+28,1% rispetto alla settimana precedente).
A partire dalla data di introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, l’8 gennaio 2022, la media mobile a 7 giorni dei nuovi vaccinati per questa fascia anagrafica è passata da 9.549 dell’8 gennaio a 19.845 il 15 gennaio per poi stabilizzarsi intorno a quota 18.500; nella fascia 5-11 anni dopo il picco di 38.624 registrato il 9 gennaio si è stabilizzata intorno a 35.000 nuovi vaccinati al giorno; stabile la fascia 20-49 e in leggero ma progressivo calo quella 12-19.
Al 18 gennaio rimangono ancora 8,1 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,74 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni, oltre 760 mila alla fascia 12-19 e 2,06 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione.
Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 994.610 dosi (figura 16): 920.290 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 189.137 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 25,1% con nette differenze regionali (dal 13,4% delle Marche al 42,8% della Puglia).
I booster
Al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 28.003.427 terze dosi con una media mobile a 7 giorni di 515.405 somministrazioni al giorno (figura 18). In base alla platea ufficiale (n. 39.539.599), aggiornata al 14 gennaio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 70,8% con nette differenze regionali: dal 63,5% della Sicilia all’80,3% della Valle D’Aosta.
Quarta dose all’orizzonte?
Nella conferenza stampa del 18 gennaio, la European Medicines Agency (EMA) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-COVID-19 nella popolazione generale. Qualora in futuro i dati dimostrino la necessità di un richiamo annuale, questo potrà essere somministrato all’inizio della stagione invernale, come per il vaccino antinfluenzale. Una quarta somministrazione potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come “dose aggiuntiva” a 28 giorni dal completamento del ciclo primario: tuttavia, nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) né il Ministero della Salute si sono ancora pronunciati in merito.
Il vaccino quanto è efficace?
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare, l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 70,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 68,8% dopo il richiamo. L’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 95,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 27-77%), ma soprattutto di malattia grave (dell’81,8-93,1% per ricoveri ordinari; del 92,7-96,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’82,8-93%) (figura 20).
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