Regione Liguria attendeva le integrazioni dal primo di aprile. E intanto al parco del Campasso i lavori sono andati avanti
Genova – “La Regione ha interessato tutti gli enti per verificare se la documentazione presentata da Rfi fosse conforme, se dava le risposte a tutte le domande che erano state presentate. Ecco, le risposte non ci sono e quindi la Regione ha dovuto chiedere altre integrazioni”.
È perplesso Guido Fassio, del Comitato Liberi Cittadini di Certosa, che ci spiega come “si tratta di chiarimenti necessari per proseguire la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, e quello che più ci lascia a bocca aperta è che al parco del Campasso il cantiere va avanti come se la VIA ci fosse già“.
In effetti, l’avvio del procedimento ci sarà solo dopo la verifica della completezza dell’istanza e della documentazione allegata trasmessa dal proponente, e la conseguente pubblicazione sul Portale delle Valutazioni Ambientali. E invece tra le reti arancioni si continua a lavorare nonostante le obiezioni sul progetto, alle quali Ferrovie non ha risposto, siano significative. “Si va dalle problematiche ambientali che riguardano le polveri, al rumore, ai corsi d’acqua che passano nel parco ferroviario”, precisa Fassio sottolineando che “ci sono tutta una serie di problematiche idrogeologiche sollevate dalla Regione ma che sono state ignorate”.
Le merci pericolose passeranno eccome
Compreso il dubbio se questa linea sia adatta a trasportare merci pericolose. “Questa è una grande incognita”, ribadisce Fassio aggiungendo che nell’ultimo progetto presentato continua ad esserci l’ottavo binario, quello dedicato alle merci pericolose, nonostante in assemblea, qui a Certosa, si dicesse che no, per carità, non passeranno”.
E in zona la paura non è poca vista la decisione di trasferire i depositi chimici costieri da Multedo a ponte Somalia, e “i treni che arriveranno all’ottavo binario faranno la linea di Sampierdarena, quella dal porto passa in via dei Landi“.
84 treni e non 42
“C’è un’altra grande inesattezza nelle carte di Rfi perchè loro dichiarano il transito di 42 treni ma saranno 84”. Un numero che sorprende anche noi e infatti Fassio ci fa capire che “i binari di parco Rugna e calata Bettolo sono lunghi 450 metri e quindi per formare i treni da 750 non basta un viaggio solo, bisogna farne due. Quindi se dicono 42 treni in realtà sono 84″. E se la matematica non è un’opinione ha ragione Fassio.
L’incognita: la pendenza del Terzo Valico
Non è finita. “Le linee del porto e del Campasso vanno a finire nel Terzo Valico ma per agganciarsi c’è una tratta di circa 2 chilometri che è della pendenza sbagliata per i treni da 750 metri e nessuno dice come si farà a superare questa pendenza”, si arrabbia Fassio sottolineando che “servirebbero due locomotori ma nel progetto del Terzo Valico si parla di treni con uno solo. E poi è una soluzione che comporterà dei maggiori costi”. Il problema è che senza doppio locomotore si rischia di dover lasciare i treni fermi al Campasso. Altre soluzioni ce ne sono? Non si sa, perchè “a queste domande nessuno ha ancora risposto”.
Simona Tarzia
foto di copertina di Emilio Scappini
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.