240 chili di coca trovati su una nave nel porto di Vado Ligure, uno degli hub usati dall’organizzazione
Avrebbe generato un giro d’affari stimato in oltre 60 milioni di euro la partita di droga, in tutto circa 760 chili di cocaina, sequestrata dalla polizia in un’indagine coordinata dalla Dda di Bologna, che ha portato all’arresto in flagranza di cinque persone: quattro cittadini della Repubblica Dominicana – d’età fra i 25 e i 47 anni, tutti regolari in Italia -, e un imprenditore italiano di 67anni, con alle spalle un precedente per bancarotta fraudolenta.
La coca nascosta in mezzo a pellame pressato e puzzolente
L’organizzazione dominicana si sarebbe appoggiata alla società dell’italiano, con sede nel Pisano e specializzata nel commercio del pellame, per portare in Italia lo stupefacente che viaggiava in container che trasportavano pelli intere di bovini, in arrivo via mare da Santo Domingo. Il pellame, pressato e maleodorante, era anche impregnato di sale per conservarlo: un sistema che rendeva praticamente impossibile, anche per i cani delle unità cinofile, fiutare la cocaina ai controlli.
L’arrivo all’hub di Vado e i sequestri
I container sbarcavano al porto di Vado Ligure, in provincia di Savona, transitavano da un deposito doganale a Santa Croce sull’Arno (Pisa), e poi raggiungevano un magazzino a Creazzo, nel Vicentino. È in questi tre luoghi che sono avvenuti i sequestri più ingenti: 260 kg nel capannone in Veneto, 240 kg al porto in Liguria, altri 233 kg nel magazzino doganale in Toscana.
A questi si aggiungono altri due sequestri importanti: 18 kg sempre di cocaina trovati sull’auto di uno dei dominicani fermato a fine gennaio in A13 dalla polizia stradale di Altedo, nel Bolognese, e ulteriori 12 kg in un garage in zona Barca, a Bologna, in uso a un altro dei dominicani indagati.
Sono stati trovati anche materiali per confezionamento, fogli con appunti e una possibile contabilità dell’attività di spaccio, e denaro contante. In particolare la perquisizione domiciliare svolta dalla squadra Mobile di Lucca a casa dell’italiano ha permesso di sequestrare 296.000 euro, mentre in quella fatta dalla Mobile di Arezzo nel domicilio di uno dei dominicani sono stati trovati 38.000 euro, nascosti in un pannello nel soffitto dell’abitazione.
Un affare che avrebbe fruttato almeno 60 milioni
Secondo gli investigatori, il sequestro dei 760 kg ha causato all’organizzazione un danno di circa 21 milioni di euro, ma il giro d’affari generato sarebbe stato almeno del triplo. Prima del carico intercettato nei giorni scorsi, nel corso del 2021 c’erano state almeno altre sette spedizioni di pellame lungo la stessa tratta e gestite dalla società dell’italiano indagato.
Su questi aspetti sono ancora in corso le ricostruzioni della polizia. Sull’indagine è intervenuto il Prefetto Francesco Messina, Direttore della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato: “L’operazione della squadra Mobile di Bologna con cui sono stati sequestrati 760 kg di cocaina- ha detto – conferma che l’Italia è una sorta di crocevia per il traffico internazionale di stupefacenti”.
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