Genova – Mancano poche ore alla votazione della delibera per l’aggregazione Amiu-Iren Ambiente ed è fuori dubbio che il Consiglio Comunale è coinvolto in una scelta che peserà a lungo sui genovesi.
A chi si fosse perso qualche dettaglio proponiamo di seguirci in questo breve resoconto degli avvenimenti degli ultimi giorni.
In seguito alle proteste pervenute in Consiglio Comunale da parte delle associazioni, dei Commissari, dei singoli consiglieri, dei sindacati, mercoledì 25 gennaio, Francesco Miceli, assessore al bilancio, ha illustrato in Sala Rossa gli emendamenti alla proposta di delibera nel tentativo di mettere d’accordo tutti e portare a casa una votazione favorevole.
Il primo emendamento delimita l’ambito territoriale alla regione Liguria.
Alla voce “Natura e obiettivi dell’operazione”, lettera i, si aggiunge la dicitura: ”Purché nell’ambito territoriale della Regione Liguria e nel rispetto dei vincoli discendenti dal piano della Città Metropolitana, della Regione e della normativa statale”.
La revisione della delibera prevede, inoltre, che la sede legale della società resti a Genova e che vengano mantenuti i livelli occupazionali e i CCNL vigenti nel gruppo AMIU, cioè utilità e servizi ambientali, chimici, personale porti.
In merito al contratto di servizio, nel momento in cui subentrerà il nuovo soggetto, è prevista la possibilità di proroga, che dovrà essere approva dal Consiglio Comunale e consolidata da Città Metropolitana. Questo perché si ritiene di dover concedere una durata del contratto congrua al fine del completo ammortamento degli investimenti.
Sempre sul contratto di servizio, il Comune lascia aperta la via per rivedere il piano tariffario 2017. Alla voce “Struttura dell’operazione”, lettera e, si aggiunge: ”Fatta salva la possibilità per AMIU S.p.A. di sottoporre all’approvazione dell’ente competente la definizione dei termini temporali di tariffazione extra costi 2015-2016 in modo da garantire il miglior equilibrio tra il contenimento degli aumenti tariffari e l’equilibrio economico-finanziario della società”.
Gli extra costi si riferiscono al recupero del prestito trentennale acceso dal Comune per la gestione della discarica di Scarpino, per il quale la delibera diminuisce la durata a dieci anni.
Un altro punto molto controverso e dibattuto in Sala Rossa riguarda i poteri del Presidente di nomina comunale, che nella proposta parrebbe ridotto a una specie di postino che tiene i rapporti tra Comune, Città Metropolitana e Amministratore Delegato.
L’emendamento alla delibera prevede di inserire, in coda ai “Poteri del Presidente e dell’AD”, lettera d, la dicitura: “…Supervisione e controllo dell’esecuzione del contratto di servizio disciplinante l’erogazione del servizio gestione rifiuti e controllo del rispetto degli standard e del livello di qualità di tale servizio”. Si aggiunge, inoltre, che nell’ambito delle negoziazioni sindacali l’AD consulti il Presidente.
Infine, è stato stralciato il Piano Industriale Ottimizzato e sostituito con delle linee guida che Enrico Pignone, Consigliere delegato all’ambiente di Città Metropolitana, ha delineato sinteticamente in 5 punti che prevedono innanzitutto un consolidamento societario di Amiu affinché si possano determinare scelte industriali innovative capaci di mantenere Genova leader regionale del settore. La realizzazione di un sistema impiantistico che possa costituire un riferimento strategico a livello regionale, quindi massimizzazione degli impianti e riduzione del materiale conferito in discarica.
Ancora, l’individuazione di modalità corrette per assicurare un controllo pubblico sul servizio erogato, sugli standard di qualità e sul soddisfacimento delle esigenze dell’utenza. Il contenimento dei costi in relazione al modello industriale proposto, anche tenendo conto del know-how di Iren. La minimizzazione dei disagi per i cittadini attraverso una modalità di raccolta adeguata e compatibile con la specificità della città di Genova e l’introduzione di premialità per i comportamenti virtuosi.
Il 26 gennaio gli emendamenti cambiano ancora e la giunta fa marcia indietro sull’umido, con la previsione della possibilità di apertura di impianti anche fuori regione.
Andrea Boccaccio, consigliere comunale del M5S, denuncia la mancanza di remore di Miceli nell’affermare davanti all’assemblea che i contenuti degli emendamenti sono stati rivisti con la controparte Iren.
Scettiche le associazioni ambientaliste.
Mauro Solari, del GCR-Liguria, nota positivamente che l’emendamento proposto dalla giunta stralcia il cosiddetto piano industriale ottimizzato, che rappresentava un netto passo indietro sulla strategia di un corretto sistema di trattamento dei rifiuti con anche dei profili di illegittimità per il contrasto con la normativa vigente e coi piani della Regione e della Città metropolitana. “Restano però tutta una serie di criticità” continua Solari e fa rilevare che:
- resta un aumento della TARI al 6% già da quest’anno per l’aver contratto da 30 a 10 anni l’ammortamento dei costi per il risanamento della discarica di Scarpino. A questo proposito, sia nel piano industriale AMIU del 2014 che nell’accordo sindacale del 29-7-16 si prevedeva la ricerca di altre fonti di finanziamento, tentativi che non sono stati esperiti.
- la governance dell’azienda è totalmente in mano all’Amministratore Delegato, mentre il Presidente, di nomina Comunale, ha compiti poco più che sinbolici: i rapporti con Comune e Città Metropolitana ma non con la Regione, che è l’interlocutore fondamentale in vista dell’ATO unico regionale al 2020. Ha potere consultivo sui rapporti sindacali, ma chi decide in ultima istanza è l’Amministratore.
- nelle linee guida si prospetta la realizzazione del TMB entro il 2018, ma per l’impianto di digestione anaerobica e successiva produzione di biometano “si valuterà” la capacità di trattamento di impianti esistenti. Cioè il biodigestore di Tortona di IREN. Come dire che l’impianto che può produrre utili dalla vendita del metano non viene fatto a Genova e non viene gestito da AMIU. Inoltre col metano si ipotizzava di far movimentare i mezzi AMIU (e forse anche una parte di quelli AMT) contribuendo alla riduzione dell’inquinamento diffuso da traffico, obiettivo che scompare.
Sempre il 26 gennaio, le sigle sindacali UIL Trasporti, CGIL e FIADEL firmano l’accordo sull’aggregazione societaria. Si astiene soltanto la CISL, sostenendo che la maggioranza del pacchetto azionario di Amiu debba ad ogni costo rimanere pubblica.
Il 27 gennaio, un giorno dopo aver firmato l’accordo, la UIL dichiara che porterà avanti lo sciopero del 31 perché non viene rispettato l’accordo di luglio!
E le sanzioni previste dal Prefetto? Il 23 gennaio la prefettura aveva dichiarato l’invalidità dello sciopero per vizio di forma, essendo in atto le trattative.
Il 30 gennaio i lavoratori Amiu si riuniscono in assemblea unitaria ai Magazzini del Cotone e bocciano all’unanimità il verbale d’incontro firmato dai sindacati. 600 lavoratori, circa metà dell’azienda, sono disposti a dare battaglia con un presidio sotto Palazzo Tursi e gridano che “il sindacato – la CGIL – deve assumersi delle responsabilità e non mandare avanti i lavoratori. Manca totalmente di autorevolezza e finisce che si troverà i lavoratori contro”.
Intanto anche i consiglieri comunali sono sul piede di guerra.
“Domani saremo chiamati a votare un’operazione di aggregazione societaria che mette in discussione l’ottimo piano industriale di Amiu votato due anni fa. L’operazione è tutta a vantaggio di Iren, destinata a diventare l’azionista di maggioranza dell’azienda municipale, senza alcun paracadute a protezione dei cittadini, a partire da soluzioni di proprietà pubblica degli impianti. I cittadini, al contrario, hanno bisogno che Genova garantisca servizi pubblici efficaci e sostenibili”.
Lo dichiarano Marianna Pederzolli e Clizia Nicolella, consigliere comunali di Rete a sinistra, mentre annunciano il loro voto contrario alla delibera di giunta e aggiungono:“Essendo questa una giunta di centrosinistra, pensavamo che si sarebbe impegnata per valutare tutte le opzioni possibili, come espresso nel piano industriale di Amiu, avendo come obiettivo l’interesse dei cittadini. Invece domani ci troviamo a votare una delibera in cui per fortuna è stato stralciato il piano industriale ottimizzato proposto da Iren, sostituito da linee guida condivisibili ma che non garantiscono il rispetto da parte di Iren dell’ambizioso progetto di gestione dei rifiuti che abbiamo votato nel 2014”.
La tensione sale: è notizia di questa mattina che il Sindaco Marco Doria voglia sbarrare i portoni di Palazzo Tursi.
Antonio Bruno, consigliere comunale di FDS, risponde con una lettera aperta a Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale:
“Salvi il soldato Doria.
Caro presidente del consiglio comunale,
eviti l’ennesima figuraccia securitaria del sindaco di Genova che vorrebbe chiudere ancora una volta i portoni di Palazzo Tursi ai genovesi per timore di proteste verso la privatizzazione di Amiu.
Un sindaco di sinistra, seppur pallida, non è bene che passi alla Storia come quello – unico che in occasione di presenze dei lavoratori blinda la sala del consiglio comunale, allargando ancor di più la distanza tra lavorAtori e casta democratica.
Salvi il soldato Doria e apra le porte ai genovesi”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.