Camogli, Festival della Comunicazione 2017 – “Siamo una specie di migranti, noi generazioni di Sapiens, e quello che sta succedendo adesso non è che l’ultimo stadio di un processo che dura da milioni di anni e rispetto al quale le risposte che dobbiamo cercare non sono di natura biologica ma sociale”.
Non ha dubbi Guido Barbujani, genetista e scrittore, sul fatto che l’uomo debba imparare il messaggio dell’evoluzione: “Non ci sono razze ma solo sfumature. Classificare l’umanità in razze è una costruzione arbitraria, un’etichetta. L’umanità condivide il 99,9% del DNA”.
E aggiunge:“I nostri comuni diritti civili ci arrivano non perché siamo tutti uguali, ma perché siamo tutti umani”.
Il concetto è semplice eppure, in un mondo dove la razza è tornata molto di moda, conviene ripetersi: “Le differenze tra gli umani non sono legate al DNA e dunque insanabili, sono legate alla cultura e perciò negoziabili”.
Non solo, il genetista non perde l’occasione per commentare il grande inganno della diversità: “Possiamo affermare seriamente che siamo tutti africani e che da lì veniamo”.
A questo punto si aggiunge un altro interrogativo: come la prenderà Salvini?
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.