Genova – “L’RSU, con i lavoratori, ha deciso uno sciopero a oltranza con occupazione della fabbrica finché non ci verrà dato un tavolo specifico sull’accordo di programma di Genova che è la sintesi, giuridicamente esigibile, con la quale la città e la politica scambiarono la chiusura dell’alto forno con alcune garanzie per i lavoratori. Tra queste, venne assicurata l’occupazione a 2.200 persone. Se qualcuno arriva oggi e quei 2.200 li fa diventare 900, va rivisto tutto il meccanismo, anche quello delle concessioni aree“.
Ci va giù duro Armando Palombo, FIOM-CGIL, che non ci sta a piegarsi all’arroganza di ArcelorMittal e Gruppo Marcegaglia, che a giugno si sono aggiudicati le fabbriche dei Riva ed ora vorrebbero procedere con gli esuberi.
600 solo a Genova.
La linea della FIOM è chiara e, infatti, Palombo continua: “Non accetteremo focus o tavoli tecnici presso il Ministero, in maniera parallela a una vertenza che è nazionale e, permettetemi, particolarmente tarantina”.
Quindi, in risposta al segretario della FIM-CISL Ligure, Alessandro Vella, che ha definito l’occupazione della fabbrica come una “modalità inutile e dannosa a pochi giorni dalla ripresa della trattativa con la nuova proprietà”, promette: “Noi andiamo avanti, indipendentemente da quello che dica chicchessia”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.