Trasformazioni urbane: il caso Sampierdarena

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Genova – Sampierdarena, con i suoi 68.000 abitanti, supera per popolazione residente la città di Imperia.
Le attività sul territorio producono circa il 30% del PIL genovese e qui transita l’80% del traffico pesante della città, in entrata e in uscita sia dal porto che dal casello autostradale di Genova–Ovest.
Qui si imbarcano i passeggeri dei traghetti, con le loro auto. Un andirivieni che, insieme ai crocieristi, movimenta in media 3 milioni di persone l’anno.

Servizi importanti per l’economia genovese, ma determinati spesso da scelte di contrasto, prese a livello sovralocale, che schiacciano questa parte di città, la comprimono tra le sue forme morfologiche e le necessità produttive.
Sede di tutte le trasformazioni infrastrutturali che interessano l’area genovese, infatti, Sampierdarena patisce oggi più che mai questa tendenza di calare dall’alto le decisioni, “senza guardare la città da dentro”.
E mentre brucia ancora sulla pelle dei residenti il caso di Lungomare Canepa, già si parla di spostare i depositi chimici Carmagnani e Superba sotto la Lanterna.

Ascoltate l’intervista a Federica Alcozer, architetto urbanista, che ci parla del “caso Sampierdarena”, dalla Fiumara a Lungomare Canepa, e di come si dovrebbero governare i processi di trasformazione urbana.

Simona Tarzia[/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/EFu5JB6aEOg”][/vc_column][/vc_row]

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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