Genova – Sono preoccupati gli abitanti della Valpolcevera, isolati dal resto di Genova dopo che il crollo del ponte Morandi ha tagliato in due la città.
E lo sono ancora di più, visto il traffico che comporta, dall’avvicinarsi del primo giorno di scuola.
Tanto che questa mattina, il signor Francesco, è arrivato da Mignanego fino all’ingresso in “Zona rossa” di via Fillak per raccontarci i suoi timori e per suggerire all’Amministrazione due possibili soluzioni: la prima è quella di allungare la corsa del bus navetta, che oggi ferma a Bolzaneto, fino a Pontedecimo.
La seconda riguarda chi abita in via Fillak, verso Sampierdarena, e deve portare i bambini alla scuola Caffaro che si trova a Brin, cioè a Certosa, dalla parte opposta. In questo caso il suggerimento prevede che sia istituita una navetta che arrivi fino a Dinegro e da dove, genitori e bambini, potranno raggiungere la scuola con la metro.
Ci è sembrato importante raccogliere la testimonianza del signor Francesco perché in questo marasma, dove tutti criticano tutti e dove spuntano ipotesi folli di attentati al ponte, un pensiero costruttivo non va sottovalutato.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.