Genova – Il tribunale Civile di Genova ha dichiarato il fallimento della Qui!Group, l’azienda che distribuisce i buoni pasto Qui!Ticket, guidata dall’imprenditore Gregorio Fogliani.
Al momento non sono ancora partite lettere di licenziamento ma, se l’effetto domino colpirà anche le aziende satellite, quelle cioè che non sono legate ai buoni pasto, i posti di lavoro a rischio sarebbero 530, 350 solo su Genova.
“Deve essere la #VertenzaGenova”, hanno detto uscendo dal palazzo della Regione Liguria il Segretario Generale della Filcams-CGIL, Marco Carmassi, e il funzionario, Nicola Poli, a chiusura dell’incontro con l’Assessore regionale al Lavoro e Politiche attive dell’occupazione, Giovanni Berrino.
“Una situazione da affrontare unendo le forze di tutti”, questo l’input che la Filcams-CGIL di Genova ha portato al tavolo, mentre i lavoratori erano in presidio davanti alla Regione.
L’assessore Berrino si è impegnato quindi a scrivere al Ministero dello Sviluppo Economico per attivare il tavolo nazionale: “Ho spiegato oggi ai delegati – ha sottolineato l’assessore Berrino – di aver chiesto al Ministro Di Maio l’attivazione di un tavolo nazionale perché sono coinvolte diverse regioni (per il lotto 1 sono Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, e per il lotto 3è il Lazio, N.d.A.), e perché la vicenda investirà tutto il tessuto economico che girava intorno alla Qui Group che da domani si troverà in una situazione di grande incertezza. Confidiamo che il Ministero accolga subito la nostra richiesta. Contestualmente ho richiesto anche un incontro con i curatori fallimentari per portare le istanze del tavolo di oggi, riuscire a salvare le altre aziende satelliti e capire da loro quali sono le possibilità di cessione del marchio, dell’azienda e dei lavoratori coinvolti”.
“Auspichiamo quindi che i curatori attivino un percorso di gestione provvisoria dell’azienda”, ribattono i rappresentanti della Filcams, “e che inizi un reale tavolo con le istituzioni locali e nazionali al fine di preservare il più possibile l’occupazione“.
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