Genova – Genova ha perso 43 vite, gli sfollati hanno perso le case e dopo tutte queste tragedie Genova rischia di perdere anche lavoro, salario, e reddito.
Ansaldo Energia, S. Giorgio Seigen, Ferrometal, Acremoni, Weico, Arced, e altre aziende sono in difficoltà da un punto di vista produttivo a causa del crollo. Alcune iniziano a ragionare di trasferimenti fuori Genova.
Altre si rivolgono alla cassa integrazione, e mentre si perdono commesse e i dipendenti perdono salario, per alcune non c’è nemmeno l’ammortizzatore sociale e finite le ferie ci saranno i licenziamenti.
Il decreto Genova, ormai chiamato da alcuni il decreto “domani”, non arriva e il nuovo ponte rimane pura fantasia.
Il ministro Toninelli ha dichiarato che nel decreto ci saranno 200 assunzioni per il suo Ministero: mentre a Genova si piangono licenziamenti e salario, a Roma si brinda.
È inaccettabile che per interessi di bottega e di potere, la vita dei genovesi, il lavoro e il loro reddito vengano messi in discussione.
Stiamo per perdere la pazienza e se necessario lo diremo in piazza: nessuna perdita di posti di lavoro, nessuna perdita di reddito.
Bruno Manganaro, Segretario provinciale della FIOM
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