Genova – Dopo l’incontro di ieri con il Sindaco Bucci, fissato per fare il punto sul concerto lanciato da Webuild (ex Salini Impregilo) e Fincantieri per l’inaugurazione del nuovo viadotto Polcevera, i parenti delle vittime di Ponte Morandi hanno scritto una lunga lettera inviata ai media dove annunciano che il 27 luglio non ci saranno.
“Con il cuore noi non possiamo aderire a questa festa. Troviamo assurdo un concerto stile Sanremo, ma per festeggiare cosa???“, scrivono i parenti dei morti del 14 agosto 2018, sottolineando ancora che così non ci stanno: “Abbiamo chiesto ufficialmente al Sindaco di non nominare nella cerimonia di inaugurazione i nostri cari, il loro ricordo troverà spazio il 14 agosto e in questa circostanza potranno avere il giusto rispetto che meritano”.
Per loro si potrà parlare di festa solo “quando avremo davanti agli occhi i colpevoli di questo massacro“.
Questo il testo integrale della lettera firmata da Egle Possetti.
“Stiamo sentendo parlare tutti delle varie iniziative in campo per l’inaugurazione del nuovo ponte di Genova.
Noi parenti, nostro malgrado siamo purtroppo parte in causa in questa triste vicenda, e come da alcuni esternato e pensato, siamo dei rompiscatole. Bene, penso proprio che sia importante esserlo, e forse non lo siamo abbastanza, perché siamo persone educate che hanno imparato a gestire il loro dolore con dignità.
Direi proprio che essere rompiscatole mi piace molto come espressione, perché dobbiamo lottare, dobbiamo tentare in tutti i modi di tenere viva la memoria e soprattutto far portare rispetto ai nostri morti, che dovrebbero essere considerati morti “di tutti gli italiani” perché la loro misera fine sulla faccia della terra è uno scacco alla dignità di tutto il nostro popolo, e anche per voi che leggete non possiamo permettere che questo diventi scacco matto.
Francamente è molto difficile barcamenarsi fra la vita di tutti i giorni e le incombenze che derivano dal rivestire il nostro ruolo, ma stringiamo i denti ed andiamo avanti.
Proprio per non vivere di “sentito dire” abbiamo richiesto un incontro al Sindaco/ Commissario Bucci per capire quali fossero i reali piani per l’inaugurazione del nuovo viadotto, visto che i contatti con l’amministrazione sono costanti, siamo infatti stati coinvolti sempre per il futuro memoriale della tragedia.
Per noi, come per molti cittadini genovesi l’inaugurazione dovrebbe avere un profilo basso, un profilo rispettoso, soprattutto per le motivazioni che hanno portato alla nuova costruzione.
Abbiamo aderito ad una petizione contro il concerto, che è stata inserita in una piattaforma on line, perché ci sembrava opportuno non dover assistere a un evento grandioso, a corollario di una vicenda che di grandioso ha molto poco.
Ringraziamo tutti i cittadini che con passione e affetto hanno aderito numerosi per appoggiare questa petizione perché sicuramente lo hanno fatto con il cuore e di questo siamo commossi.
Dall’incontro con il Sindaco, avvenuto ieri, sono emerse delle grandi differenze sull’interpretazione di questo momento, e noi francamente non possiamo essere giudici di quale sia la verità, con il cuore però noi non possiamo aderire a questa “festa” anche se potrebbe avere a margine un ricordo dei nostri cari.
Per alcune persone il nuovo ponte non ha legami con il Ponte Morandi e quindi la festa grande come nascita avrebbe ragione di essere… per noi ovviamente questo nuovo ponte è il figlio del vecchio che purtroppo è morto “ammazzato”.
Noi vorremmo un’inaugurazione sobria, pensiamo sia molto emozionante il concerto in piazza dell’orchestra del Carlo Felice, pensiamo sia d’obbligo il taglio del nastro sul ponte, pensiamo sia molto forte e d’impatto il suono delle sirene del porto, pensiamo sia doveroso l’inno nazionale, non riusciamo a capire la camminata sul nuovo ponte, ma sembra che molti cittadini la vogliano fare.
Troviamo assurdo un concerto stile “Sanremo”, tra l’altro anche in tempi di Covid, ma per festeggiare cosa???
Certo il nuovo ponte è stato fatto in tempi brevi, noi speriamo sia stato fatto molto bene innanzi tutto e che d’ora in poi sia controllato e curato come farebbe un buon padre di famiglia; certo questa costruzione ha usufruito anche di condizioni burocratiche di emergenza, ma la cosa che ci stupisce maggiormente è la grande festa per un’opera ultimata nei termini. Non dovremmo gioire per questo, dovremmo invece “massacrare” chi non porti a termine le opere previste nei tempi, senza motivi validi. E questo modo di essere italiani non lo capiremo mai.
Rispettiamo il lavoro e l’impegno di tutti in questi mesi, ma permetteteci di dire che per noi la festa ci sarà quando avremo davanti agli occhi di tutti gli italiani i colpevoli di questo massacro, quando emergeranno equità e rigore per chi gestisce i beni pubblici, e sarà quindi fatta reale giustizia per questi omicidi delle nostre amate famiglie che non hanno avuto scampo.
Noi vogliamo quindi momenti distinti per la “festa” e per il ricordo delle vittime, stante le premesse di cui sopra, abbiamo chiesto ufficialmente al Sindaco di non nominare nella cerimonia di inaugurazione i nostri cari, il loro ricordo troverà spazio il 14 agosto ed in questa circostanza potranno avere il giusto rispetto che meritano.
Non possiamo farli diventare un ninnolo alla festa, non lo meritano”.
Leggi anche:
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta