La lettera del Papa all’Accademia Mariana che apre la battaglia contro gli ‘inchini’
Città del Vaticano – “Ho appreso con piacere che codesta Pontificia Accademia ha promosso un Convegno per dare inizio ufficialmente al Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi, per liberare la figura della Madonna dall’influsso delle organizzazioni malavitose. Desidero esprimere il mio apprezzamento per l’importante iniziativa”.
Questi alcuni passaggi della lettera che papa Francesco ha inviato il 15 agosto, giorno dell’Assunta, a padre Stefano Cecchin, Presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale.
Durante la giornata di studio si è istituita una “task-force antimafia” che vede impegnati, oltre agli ecclesiastici, anche esponenti delle forze dell’ordine, esperti anti-racket e anti-usura, e procuratori in prima linea contro cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita.
“La nostra azione”, spiega padre Cecchin, “si collega idealmente all’anatema di Giovanni Paolo II ad Agrigento, nel 1993, e a quello di papa Francesco a Cassano allo Ionio, nel 2014″. L’impegno del nuovo Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi è combattere la “spiritualità deviata” ravvisabile, ad esempio, negli ignobili inchini delle effigi della Vergine davanti alle case dei capi clan.
Un passo avanti, anche se ormai gli inchini sono cambiati nelle modalità di esecuzione.
Non aspettatevi che il baldacchino con la Madonna in processione si abbassi davanti al boss o alla casa del boss, come si è visto fare per tanti anni. Quell’inchino, quello evidente che non lascia dubbi, è roba da film.
Oggi, la processione rallenta o si ferma solo per un momento davanti al boss o alla sua casa, così poi i “fedeli” che organizzano queste sceneggiate possono giustificare la fermata con qualsiasi pretesto. È questo che è successo negli ultimi anni durante la commemorazione della Madonna di Polsi, quella così cara alla ‘ndrangheta, che si svolgeva a Ventimiglia.
Le mafie cambiano pelle, si adattano ai tempi e i rampolli del malaffare studiano all’estero e fanno affari, sempre sporchi, in via telematica.
Ma visto che finalmente, anche se con colpevole ritardo, il Vaticano cerca di mettere ordine nei suoi rapporti con le mafie, almeno nelle processioni paesane, bisognerebbe che cominciasse a farlo anche in campo finanziario. Perchè la storia dello IOR , la banca vaticana, e i suoi rapporti con la criminalità mafiosa e la P2 sono fatti noti.
fp
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