Ieri la sua ultima seduta in Consiglio comunale
Genova – Provo per Paolo Putti una profonda stima. Non per la sua collocazione politica, sarebbe banale, ma per il suo modo di fare politica. Benché i tempi moderni, le modalità di confronto e i toni che si usano oggi lo abbiamo avvolto e a volte travolto, impedendo di cogliere a fondo i concetti che ha tentato di trasmettere nel suo percorso politico.
Quello che va riconosciuto a Paolo è l’attaccamento senza limiti ai diritti delle persone, quelle più deboli si intende, quelle che a lui si sono affidate per far arrivare agli uomini di potere le richieste d’aiuto.
La sua vita in Comune è stata di opposizione, prima nel Movimento 5 Stelle e poi, dopo lo strappo del rapporto con Beppe Grillo, in Effetto Genova e in Chiamami Genova, un’opposizione portata avanti sempre con i suoi modi pacati ed eleganti di confronto civile. Una persona, un politico, in grado di rimanere nel merito delle cose senza mai alzare i toni. Perché per essere autorevoli non serve essere autoritari e per fare politica non bastano gli slogan ma bisogna amare il territorio e le persone. Come disse a noi in un’intervista di molti anni fa, quando era capogruppo dei Cinquestelle, “sono un uomo politico, ascolto le persone, vivo vicino a loro”.
Ieri è stata la sua ultima seduta in Consiglio comunale, ma ci vedremo in giro tra la gente, come piace a noi.
fp
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.