Il candidato presidente del Centro Est per il campo progressista punta a recuperare la città vecchia anche con l’edilizia popolare
Genova – Il Centro storico è in estinzione. Il problema è che ci sono sempre meno persone che lo vivono e sempre più appartamenti vuoti e serrande abbassate. Locali che spesso hanno un unico proprietario che preferisce tenerli sfitti piuttosto che abbassare i canoni.
Certo non è tutto così il tessuto urbano della città vecchia, ma sicuramente “ce n’è una parte abbandonata, dove se si alza lo sguardo verso l’alto dei palazzi si vedono solo persiane chiuse”.
A dirlo è Stefano Giordano, candidato presidente del campo progressista per il Centro Est, il municipio che comprende anche il Centro storico.
E il problema esiste ed è a macchia di leopardo. Perchè un’altra caratteristica della città vecchia è che basta spostarsi di venti metri che le cose cambiano, compresa la movida fuori controllo che apprezza di più le aree tra via San Lorenzo e Piazza Matteotti, o piazza Sarzano, o Mura delle Grazie o via Turati.
Che fare allora per invertire la rotta?
“L’idea – spiega Giordano – è quella di una sottoscrizione con le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco, che potrebbero occupare alcuni degli spazi che in questo momento sono vuoti“. E lui da pompiere conosce bene i disagi dei “tantissimi colleghi che abitano a 600 chilometri da Genova e oggi sono costretti a vivere in modo non del tutto consono all’interno della caserma”: come si dice, si potrebbero prendere due piccioni con una fava.
Questo dunque il punto di partenza per rivitalizzare le zone che hanno perso abitanti, perso commercio e, soprattutto, attrattività.
Altra proposta è quella di legare la rigenerazione urbana della città vecchia a un “ritorno dell’edilizia popolare pubblica”, per “dare l’opportunità a chi è in attesa di una casa di inserirsi anche in questo contesto”, aggiunge Giordano puntando il dito contro l’attuale amministrazione: “Siamo l’unica città con oltre 500.000 abitanti in cui manca l’assessore alle politiche sociali, e questo è un punto sicuramente di debolezza che ha dimostrato la giunta uscente”.
Cultura e aspetti sociali. Altro ingrediente da non sottovalutare quando si parla di Centro storico. Perchè le città non sono dei contenitori ma degli organismi. E persino la movida se ben progettata può diventare un’opportunità invece che un problema.
Quindi?
“Quindi la movida deve diventare un problema da risolvere con tutti i municipi e non solo un problema del centro Est” sottolinea Giordano che poi chiarisce il perchè di quest’affermazione: “Le opportunità di divertimento in una città policentrica come Genova sono concentrate solo in un’unica area, la città vecchia. Ecco, invece io penso che ogni municipio deve dare delle forme di svago alternative ai giovani” per ricostruire proprio il modo urbano di divertirsi e ripensare l’uso notturno delle città.
Tutto vero. Resta però il nodo degli ubriachi di chupiti a un euro che vanno alla deriva tra i vicoli urlando e facendo pipì nei portoni. Quando non scoppia la rissa.
“Esistono delle ordinanze sulla vendita degli alcolici ma la polizia municipale, che è una polizia amministrativa, a volte si trova impotente rispetto a questi indirizzi”, conclude Giordano accusando ancora una volta l’amministrazione uscente che avrebbe dovuto risolvere il problema nel 2017 ma ha liberalizzato gli orari nel Centro storico creando le condizioni per questo liberi tutti”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.