Gli studi mostrano l’importanza di un’alimentazione sana nella prevenzione del cancro, ma attenzione: nessun alimento da solo può aiutare a prevenire un tumore. E la ricerca non si ferma mai
“Dottore è vero che curcuma e cioccolato sono alimenti anti cancro? E gli integratori alimentari, fanno bene o no?”.
Lo abbiamo chiesto al Direttore di Oncologia medica dell’Ospedale Galliera, Andrea De Censi, ieri in una pausa del convegno “L’arte di invecchiare: tumori & dintorni” che fa parte di un ciclo di incontri organizzati dal nosocomio genovese per confrontarsi con il pubblico sulle strategie da adottare per invecchiare in modo attivo e in salute.
“C’è un fondo di verità sul cioccolato fondente. Il cacao, cioè, potrebbe avere degli effetti antiossidanti e quindi protettivi sul nostro DNA. Quello che è certo è che lo zucchero non fa bene” perché è un po’ come un carburante per il cancro “e quindi il cioccolato che consumiamo deve essere il più fondente possibile”. E qui De Censi ricorda che “la PET, l’esame dove si va a vedere se il tumore si è diffuso, usa proprio la captazione dello zucchero radioattivo“.
Massima allerta, dunque, rispetto alle bufale che circolano in rete, soprattutto perchè nessun alimento da solo può aiutare a prevenire un tumore. Tantomeno a curarlo.
La prevenzione è fatta di un insieme di comportamenti, tiene a precisare De Censi che infatti sottolinea: “Le evidenze scientifiche dimostrano che il 40% dei tumori si può prevenire con uno stile di vita corretto, una dieta sana, e anche con l’uso di farmaci preventivi come l’aspirina a basso dosaggio che ha un effetto benefico su alcuni tumori del colon, o gli anti-estrogeni per le donne ad alto rischio di cancro al seno”.
Poi sulla curcuma precisa che “è interessante” ma “non a livello di raccomandazione come integratore”. Più in generale potrebbe far bene “l’utilizzo di spezie che hanno questi effetti antinfiammatori”. Non solo la curcuma, dunque, “ma anche il curry o il peperoncino che sembra abbiano un effetto protettivo. Però non è che sia così certo”.
Cancro e alimentazione: andiamoci a fondo
Il rapporto tra cibo e cancro è più profondo e complesso di quanto si possa immaginare. Ma ci sono alcuni punti fermi da sapere.
Il primo, dice De Censi, è che “il sovrappeso è uno dei più importanti fattori di rischio dei tumori” perchè l’accumulo di grasso a livello del girovita favorisce la creazione di un ambiente infiammatorio pericoloso. E qui entra in gioco la prima raccomandazione: “Fare sport almeno due o tre ore alla settimana. Non la semplice passeggiata che si fa per portare a spasso il cane, ma un’attività moderata o intensa”. E per chi non è uno sportivo nato, “anche il giardinaggio potrebbe aiutare”.
Altro suggerimento è “mangiare tanta frutta, verdura, cereali integrali” ed evitare “il fast food, la carne rossa, gli insaccati e le bevande zuccherate che sono molto pericolose, succhi di frutta compresi”. Lo stesso vale per i dolci anche se “una torta fatta in casa fa meno male dei prodotti industriali”. Ma qui entrano in gioco anche i mutamenti sociali ed economici. Oggi si cucina di meno e sono all’ordine del giorno i pranzi arrangiati alla bell’e meglio davanti a uno schermo in ufficio, e le cene acquistate pronte all’ultimo minuto. Non è semplice neppure arrivare a fine mese, e questo ha influito sulla qualità degli alimenti che si mettono nel carrello e riconfigurato l’acquisto di frutta e verdura, che spesso hanno prezzi astronomici. Per assurdo: un sacchetto di patatine a merenda sazia di più e costa di meno.
Per correre ai ripari, in tanti fanno uso di integratori alimentari ma non danno gli stessi benefici dei nutrienti assunti mangiando. E in alcuni casi barando si fa peggio. Ne è convinto De Censi che fa notare come “le raccomandazioni dicono di no, che non ci sono prove sufficienti per raccomandarli e anzi, in qualche caso ci sono stati degli studi negativi che hanno dimostrato addirittura che l’integratore ha peggiorato il rischio di ammalarsi”. E poi fa l’esempio “dei forti fumatori e del betacarotene, per i quali aumenterebbe il rischio di patologie oncologiche al polmone”. Per questo “bisogna essere sempre molto cauti”.
Alcol e tumore al seno, una relazione pericolosa
Dando per scontato che tutti ormai sappiano che esiste una correlazione tra il fumo e l’insorgenza di diversi tipi di tumore – 17, per essere precisi -, forse non tutti conoscono il rapporto che c’è tra l’alcol e il tumore alla mammella. Spiega De Censi: “Non sono ben chiari i motivi ma c’è una relazione forte. E il rischio di sviluppare questo tipo di cancro aumenta nelle ragazze che il sabato e la domenica fanno binge drinking” e si sbronzano per divertimento.
Giocare d’anticipo
Scovare un cancro quando è ancora troppo piccolo per dare segno di sé, anticipare la diagnosi e aumentare le possibilità di cura. È questo che fanno gli screening. Ma quali sono gli esami consigliati dall’esperto?
“Quelli raccomandati, che hanno prove scientifiche di efficacia, sono la mammografia tra i 40/45 e i settant’anni. Il pap test cioè la ricerca dell’HPV, il Papilloma virus, nell’utero. E ancora: il sangue occulto nelle feci, la colonscopia dopo una certa età e, più recentemente, la TAC a basso dosaggio per i polmoni nei forti fumatori”.
Anche sull’Helicobacter Pylori, il batterio che causa infiammazione gastrica e ulcera ed è una delle cause del cancro allo stomaco, si può giocare d’anticipo. “Si tratta di un batterio che si trasmette per via oro-fecale”, dice De Censi aggiungendo che “in famiglia è facile contaminare soprattutto i piccoli e sembra che la mamma sia più a rischio di trasmetterlo ai figli che non il papà”. Che fare? “Se c’è un’infezione, tutta la famiglia deve fare la terapia antibiotica”. I sintomi per riconoscerla sono “mal di stomaco, bruciori e difficoltà a digerire”.
Un ospite furbo che sfugge all’azione dei succhi gastrici ma che non è difficile da individuare: “È sufficiente un test delle feci per la conferma”.
Vaccini: si arriverà davvero all’eliminazione del cancro dell’utero?
“I vaccini sono efficacissimi e stanno debellando il cancro del collo dell’utero in tutti i gruppi e le popolazioni dove la campagna di vaccinazione è stata molto intensa. Invece nei paesi poveri, come al solito, i tumori al collo dell’utero sono ai primi posti per la mortalità”.
Lo spiega ancora De Censi che poi chiarisce tempi e modi: “È raccomandato sia per le ragazze che per i ragazzi” perchè è un virus sessualmente trasmesso, e l’età in cui farlo è prima del 15° compleanno anche se “le indicazioni si stanno un po’ allargando”. Quanto ai costi, “nelle adolescenti sono coperti dallo Stato, negli altri casi no” ma “se dopo aver fatto il test il virus non c’è, può essere interessante fare il vaccino”.
Insomma, le armi per combattere il cancro le abbiamo e sono tutte nelle nostre mani.
Il decalogo della salute
Lo streaming del convegno
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.