La consigliera del Partito Democratico presenterà un’interrogazione a risposta immediata martedì prossimo, in Sala rossa
Genova – Erano arrivate a Genova subito dopo l’invasione russa, alla fine di febbraio. Nove donne in fuga dalla guerra e in cerca di un po’ di stabilità per i propri figli. Tutti minorenni. Segnati per sempre dal rumore delle bombe. Fracassati come le case e le scuole che sono stati costretti ad abbandonare.
“Arrivavano da Kiev e Mariupol. Alcune vedove, altre con i mariti al fronte. Una situazione molto pesante” ci spiega Rita Bruzzone, consigliera comunale Pd che martedì prossimo presenterà all’assessore Lorenza Rosso un articolo 54 – cioè un’interrogazione a risposta immediata – per capire che fine hanno fatto queste mamme che sono sparite dalla casa famiglia di Voltri 2 dove erano state accolte.
La storia ce la racconta Bruzzone: “Sono arrivate a Voltri dopo lo scoppio della guerra, in una casa famiglia di proprietà del Comune, in via Calamandrei, tutte con la protezione temporanea. Il percorso di inserimento a scuola dei bambini non è stato facile, senza mediatori culturali e con grosse difficoltà linguistiche. Ma alla fine avevano trovato una loro dimensione per cui per molti di questi bimbi si è trattato di un ritorno alla normalità”.
Una normalità che si è rotta in questi giorni, “e proprio nel momento in cui stavano per tornare a scuola”, sottolinea Bruzzone che poi denuncia: “Oggi queste persone non ci sono più”, sono “sparite” da un giorno all’altro.
Il fatto è che la casa famiglia di Voltri 2 è stata assegnata temporaneamente ai minori non accompagnati che prima stavano al Massoero. Una decisione che è arrivata per far fronte a “problemi di ordine pubblico”, si è giustificata l’assessore Rosso facendo riferimento ai casi di violenza che negli ultimi mesi hanno animato la cronaca cittadina.
“Forse in centro davano fastidio a qualcuno”, ribatte invece Bruzzone che conclude: “Ad oggi la casa è vuota. Ci sono state le forze dell’ordine che l’hanno presidiata nella settimana in cui ci hanno abitato i minori e poi più nulla. Che cosa è successo? Dove sono finite le mamme con i bambini?”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.