Sull’entrata in funzione del rigassificatore “sicurezze non ne ho, c’è un problema nimby e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità”
Roma – Sull’entrata in funzione del rigassificatore di Piombino “sicurezze non ne ho. Spero che tutti si rendano conto che la sicurezza nazionale dipende da quello. Se avremo la nave rigassificatrice e non riusciremo a usarla, sarà un suicidio. C’è un problema nimby e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità. Io sono stato chiaro: la nave resterà lì 3 anni, poi la sposteremo in un sito non invasivo”.
Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a un webinar sul Repower Eu.
“È fondamentale che i rigassificatori vengano messi in funzione il prima possibile, perché ne va della sicurezza nazionale – ha proseguito il ministro uscente -. Tutti gli altri Paesi stanno facendo la stessa cosa. La Germania ne sta facendo cinque, l’Olanda ne ha messo uno da 18 miliardi di metri cubi. Tutti stanno spostando il baricentro sul Gnl.
L’Italia è stata l’unica che si è messa in sicurezza con una campagna di diversificazione in diversi paesi africani – ha detto ancora Cingolani -. Abbiamo sostituito 29 miliardi di metri cubi annuali dalla Russia con 25 miliardi da altre forniture. Metà di questo gas va in conduttura, l’altra metà è Gnl. È urgentissimo che almeno dall’anno prossimo ci sia il nuovo rigassificatore di Piombino, da 5 miliardi di metri cubi, ed entro l’inizio del 2024 il secondo”.
“Oggi abbiamo dimezzato la nostra dipendenza dal gas russo, dal 40% al 20% – ha spiegato -. Con il rigassificatore di Piombino dobbiamo dimezzarla ulteriormente. L’indipendenza totale dal gas russo è prevista nella seconda metà del 2024, quando saranno piazzati i due nuovi rigassificatori. Con quelli potremo liquefare i 13 miliardi di Gnl in più delle nuove forniture”. Abbiamo un piano ambizioso sulle rinnovabili – ha concluso Cingolani -. Ogni 8 gigawatt di solare ed eolico si risparmiano più di 2 miliardi di metri cubi di gas. Se manterremo il piano del Pnrr di 7-8 gigawatt all’anno fino al 2030, nei prossimi otto anni potremo risparmiare 16 miliardi di metri cubi. A questi si aggiungono i biocarburanti, le misure di risparmio e circolarità. Se non ci sono catastrofi, i numeri tornano e dovremmo gestire tutto il percorso”.
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