Giorgetti: “Il Governo valuterà il taglio delle accise in caso di incremento dei prezzi”
Roma – La questione del caro carburanti tiene banco ormai da dieci giorni e non sembra placarsi, ma ha obbligato l’esecutivo a giustificare un aumento così forte di benzina e gasolio come decisione quasi obbligata per poter fare, nella manovra economica, investimenti che aiutassero chi ha più bisogno e con maggiore urgenza.
Il greggio tendenzialmente cala di prezzo, ma il Governo ha deciso che in caso di aumento i maggiori ricavi dell’iva verranno utilizzati per abbassare il prezzo alla pompa.
Ma l’intervento verrà fatto anche per i buoni benzina la cui defiscalizzazione doveva durare fino a marzo; nella nota del Consiglio dei Ministri si legge che “è stato prorogato al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di euro 200 per lavoratore, non concorrerà alla formazione del reddito da lavoro dipendente”.
In un intervento al TG5 il premier ha dichiarato: “Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi, di quei 30 miliardi, 20 li abbiamo investiti su quella che era la priorità su cui tutti erano d’accordo, il caro bollette. Sui rimanenti 10 miliardi, avevamo due scelte, o tagliare le accise, a tutti, anche ai ricchi, o prendere quelle risorse e concentrarle sui redditi medio bassi che è quello che abbiamo fatto”. Ha poi aggiunto: “Lavoriamo per dare priorità alla crescita, serve generale ricchezza da distribuire, altrimenti si distribuisce povertà: avevamo due strade, tagliare accise e aiutare tutti, o aiutare chi aveva bisogno”.
In vista dell’agitazione dei benzinai con presidio a Montecitorio, Giorgia Meloni ha un po’ ammorbidito la posizione del Governo dichiarando che non c’è l’intenzione di addossare ai gestori la responsabilità dell’aumento dei carburanti, ma i controlli sui prezzi alla pompa vanno fatti per tutelare tutti.
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