Lo scrittore genovese, oggi al Cap di via Albertazzi, presenta il suo libro accompagnato dal chitarrista Dario La Torre
Genova – Niccolò Paganini e la chitarra. Un accostamento che forse non tutti conoscono. Il grande violinista e compositore genovese, infatti, amava suonarla nell’intimità. E mentre il violino rappresentò per lui l’aspetto pubblico e professionale, la chitarra ci racconta il suo lato più personale.
A spiegarcelo sono Mauro Salucci, autore di “Forti pulsioni”, romanzo biografico su Paganini, e il chitarrista Dario La Torre che, in occasione della presentazione del libro, oggi al Cap di via Albertazzi, ha eseguito una scelta tra i “43 Ghiribizzi per chitarra” che il maestro “scarabocchiò” durante un soggiorno napoletano per una bambina che studiava musica.
E quella di Paganini è una figura certamente eclettica e, al contempo, controversa, che non ha avuto grande considerazione dalla sua città natale. La sua salma, infatti, riposa a Parma e la sua casa in Passo di Gattamora 38, vicino a via Madre di Dio, è stata abbattuta nel 1971, di notte, per far spazio al Centro dei Liguri.
“L’evento di oggi – dice Salucci -, serve proprio a questo. A ridare spazio a uno straordinario musicista che ha capovolto i canoni musicali a livello mondiale ma che la sua città ha ripagato con una speculazione edilizia che ha portato via anche la sua casa”.
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