Un progetto che, secondo il famoso architetto, potrebbe accogliere anche gli stabilimenti a rischio Rir
Genova – È un’idea che circola già dal 2011, da quando cioè l’architetto Giovanni Spalla, insieme alla sua squadra dell’Università di Genova, aveva ripensato il porto e l’abitare costiero con un occhio di riguardo all’ambiente e alla salute dei residenti.
Un progetto che, a distanza di dieci anni, si rivela ancora innovativo e di grande attualità visti i soldi che pioveranno in città per il rifacimento della nuova diga foranea.
“La nostra ricerca prevedeva la sistemazione dei depositi chimici su piattaforme e senza fare entrare le navi petrolifere in porto, con un sistema che fosse compatibile con la movimentazione portuale. E poi teneva conto di tutti gli insediamenti a rischio di incidente rilevante comprese le riparazioni navali, prevedendo di spostare anche quelle”, ha spiegato Spalla che poi ha aggiunto: “Se la diga, che ci costa un miliardo e tre, la fanno senza piattaforme, non serve a niente alla città, serve solo a fare un favore ad alcuni terminalisti”.
Eppure le tavole di questo studio, commissionato proprio da Autorità Portuale, restano chiuse nei cassetti di chi ha il potere di decidere e a niente è servito ripresentarle tra i “Quaderni degli Attori”, sul sito del Dibattito Pubblico per questa grande opera.
Ma Spalla non molla e non perde occasione per parlarne ai concittadini inquinati.
E noi lo abbiamo incontrato venerdì, al Centro Civico Buranello, a un’iniziativa organizzata dalla rete di cittadini sampierdarenesi “La parte che c’è”, per discutere del dislocamento di Superba e Carmagnani su ponte Somalia.
“Noi tecnicamente abbiamo fornito una soluzione” , ci ha detto Spalla sottolineando che “se le riparazioni navali, i depositi chimici e il porto petroli non possono più stare dove sono perché sono incompatibili con le abitazioni e con la salute dei cittadini, metteteli sulla nuova diga” Ma “non spetta a noi a prendere le decisioni. Quello che noi diciamo è che andare a spendere un miliardo e mezzo senza dare niente alla città, è un crimine”.
“Un crimine spendere i soldi della diga solo per far piacere ad alcuni terminalisti”
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.