Savona – Dopo l’assemblea di martedì 20 marzo, alla Bocciofila di piazza Rizzolio (QUI il nostro articolo), dove i cittadini hanno espresso un secco NO al petrolchimico, promettendo forme di protesta anche dure, ci siamo chiesti quali potrebbero essere gli altri siti dove spostare un impianto che, nonostante le rassicurazioni di alcuni addetti ai lavori, fa paura.
Se i corniglianesi non vogliono più avere a che fare con quelle servitù che negli ultimi 60-70 anni hanno devastato il loro territorio, allo stesso modo la pensano i sampierdarenesi che sono quotidianamente alle prese con un quartiere che presenta criticità sociali e urbanistiche che ne hanno lacerato il tessuto.
Insomma, i cittadini del Ponente genovese non sono più disposti a subire.
Abbiamo ascoltato la voce della gente e dei politici, ma abbiamo anche parlato con qualche nostro contatto all’interno delle aziende interessate. E proprio da una di queste conversazioni è uscita l’ipotesi Vado Ligure.
Potrebbe essere sulla piattaforma Maersk – ma è solo un’ipotesi – che prevede una banchina per le compagnie petrolifere lungo il lato Nord Ovest della piastra e che ha una lunghezza utile di 330 m.
fp
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Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.
L’articolo coglie un aspetto importante quando afferma “i cittadini del ponente” di Genova come un entità compatta. Sono finiti i tempi delle “guerre tra poveri”. Buon suicidio politico a tutte quelle forze politiche troppo presuntuose per capirlo.
Durante l’assemblea a Cornigliano, al di là degli interventi politici, l’aspetto più interessante è stato verificare proprio una sorta di compattezza dei cittadini del ponente fino ad oggi vista poco.