“Fu legittima difesa”. Assolta Alessia Mendes, la trans che uccise il marito al Campasso

Genova – È stata assolta per legittima difesa Alessia Mendes, la ballerina transessuale che nel giugno 2017, al Campasso, dopo l’ennesima lite violenta uccise il marito, Alessio Rossi, denunciato e indagato due volte per maltrattamenti.

Il Gup ha accolto la tesi dell’avvocato difensore, Rachele Selvaggia De Stefanis, che ha ricostruito la dinamica del delitto anche grazie alla bloodstain pattern analysis, cioè lo studio della formazione delle macchie di sangue sulla scena di un crimine.
Il Pubblico Ministero, Paola Crispo, aveva chiesto una condanna a 16 anni, senza il riconoscimento delle circostanze generiche attenuanti, e con l’imputazione di omicidio volontario aggravato per aver agito contro il coniuge.
“Fortunatamente il giudice ha accertato, accogliendo la nostra tesi difensiva, che la ragazza ha agito per legittima difesa”, commenta De Stefanis che aggiunge: “Il miglior epilogo che potessimo aspettarci”.

Simona Tarzia

Sul caso Alessia Mendes potrebbe interessarti anche: 

Processo Mendes: lo studio delle macchie di sangue nell’analisi della scena del crimine

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *