Per la maggioranza delle tute blu che ogni giorno attraversano i cancelli di Fincantieri, in busta paga non ci sono ferie, TFR, malattia e nemmeno lo straordinario, che “viene pagato in nero su una Postepay da un altro conto corrente”.
A svelarci i retroscena della “paga globale”, un sistema di ingaggio utilizzato per abbassare il costo del lavoro e aumentare la redditività, è uno dei tanti schiavi moderni della cantieristica navale, che lavorano per ditte in subappalto a una somma concordata.
10 euro l’ora tutto compreso
“Il 90% dei dipendenti in subappalto in Fincantieri viene pagato con questa retribuzione che si aggira mediamente sui 10 euro l’ora, tutto compreso”, continua la nostra tuta blu che poi precisa: “I molatori, soprattutto, prendono intorno ai 6 euro” che sono lordi perché “la paga globale consiste in una paga forfettaria concordata che comprende Indennità di fine rapporto, gratifica natalizia, ferie. In pratica, tutto ciò che dovrebbe essere accantonato viene liquidato immediatamente”.
E la busta paga è solo un pro forma che non dichiara le ore effettivamente lavorate né i compensi ricevuti: “Anche i contributi versati vengono conteggiati sull’effettivo ordinario che compare in busta, che è molto meno rispetto alla cifra concordata”.
Un esercito di operai sottopagati
Un esercito di operai sottopagati che rappresenta l’80% di tutti i lavoratori Fincantieri: “Rispetto a quelli delle ditte esterne, i dipendenti Fincantieri con un regolare contratto da metalmeccanici sono circa il 20%”, conferma la nostra fonte che ci spiega anche come si entra in questo giro: “Non ho vissuto il caporalato. Io sono stato reclutato con un banale annuncio su internet. La maggior parte dei miei colleghi sono entrati con il passaparola. Nel mondo del navale ci si conosce tutti”, e soprattutto la condizione dei lavoratori “è sulla bocca di tutti. I dirigenti lavorano a stretto contatto con le manovalanze e spesso accade che anche loro arrivino proprio da ruoli minori. È gente che si è sporcata le mani e che arriva dal basso”.
La colpa è dei romeni?
In tutto questo i capocantiere giocano a scarica barile dando la colpa ai romeni: “Il mio contratto l’ho interrotto io perché non avevo più intenzione di lavorare a quelle condizioni. Dopo ho ricevuto una proposta da un’azienda ancora più grande, sempre in subappalto per Fincantieri, ma ho rifiutato perché avrei dovuto accettare di nuovo la paga globale. Il capocantiere ha cercato di giustificare questa situazione dando la colpa agli operai romeni, dicendo che sono loro che hanno rovinato il mercato. Io gli ho risposto che la colpa è delle aziende che lo permettono”.
Precariato 2.0
I fantasmi dei subappalti sono l’anello finale della catena, dei super precari ignorati da Fincantieri: “È raro che qualcuno di noi venga assunto da Fincantieri anche perché l’azienda tende a tenere un numero di dipendenti molto basso, per una questione che se non entrano commesse può lasciare a casa tutti”.
Questa la testimonianza rilasciata a Fivedabliu, la voce è stata alterata per salvaguardare il lavoratore
Simona Tarzia
Qui la replica di Fincantieri https://fivedabliu.it/2019/11/06/fincantieri-replica-alle-accuse-di-sfruttamento-della-manodopera-siamo-estranei-ai-fatti/
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.