Genova – Avrebbero dovuto lasciare il Campasso entro fine novembre 2019 i primi 6.000 metri cubi di detriti dei 35.000 provenienti dalle demolizioni del Morandi e degli edifici di via Porro e destinati all’area Campursone. E invece sono ancora tutti lì perché l’elicoidale, quella struttura in calcestruzzo che funzionava e funzionerà da raccordo tra il viadotto Polcevera e la A7, necessita di manutenzione e non può subire il passaggio dei camion diretti a Genova Est con i resti del vecchio ponte e delle case abbattute.
Un po’ troppo per gli abitanti di un quartiere che subisce la servitù di tre cantieri – Morandi, nodo ferroviario e mercato ovoavicolo -, e che oggi chiedono rassicurazioni e chiarezza.
“Inizialmente sembrava che Autostrade avesse rassicurato l’amministrazione sulla sicurezza dell’elicoidale e addirittura sembrava che i detriti passassero da lì. Invece abbiamo cominciato a vedere bulloni che cascavano”, spiega Claudia Roncallo, Vice Presidente dell’associazione Noi cittadini del Campasso, che aggiunge: “Solo a novembre 2019 e solo dalla stampa, abbiamo appreso che sull’elicoidale ci sarebbero stati lavori di manutenzione necessaria e da lì che rischiamo di tenerci anche i detriti di ponte Morandi per molto tempo“.
Sì, perché al parco ferroviario del Campasso stazionano già i cumuli di smarino del cantiere per il Terzo Valico, e sono lì da 6 anni. Criticità su criticità.
Se a questo si aggiunge che le persone si sono viste tirar su i ponteggi dal giorno alla notte senza che nessuno dicesse nulla, si comprende perché nel quartiere ci sia un certo malessere: “Nessuno ci ha avvisati – continua Roncallo -. Una mattina ci siamo svegliati e abbiamo trovato il ponteggio. Evidentemente le rassicurazioni di Autostrade, arrivate già all’indomani del crollo del Morandi, non erano comprovate. Anche durante una colazione col Sindaco, Bucci ci ha riferito che Autostrade rassicurava sullo stato dell’elicoidale e che comunque lui non poteva intervenire direttamente perché il manufatto non era di competenza del Commissario“.
Un tiremmolla al quale bisogna mettere la parola fine: “Aspettiamo un incontro pubblico con Autostrade, FRI e l’amministrazione perché vogliamo essere certi che quello che c’è sopra le nostre teste e che useremo per transitare una volta concluso il nuovo viadotto sia sicuro. Certo – conclude Roncallo -, se questi lavori fossero iniziati dopo il crollo del Morandi anziché dire che era tutto a posto, magari ora avrebbero portato via i detriti, che sarebbe già qualcosa”.
Ora aspettiamo che il Sindaco Bucci si attivi al più presto perché, se è vero che l’elicoidale non rientra nelle competenze del Commissario, come autorità sanitaria locale ha a disposizione importanti strumenti di amministrazione attiva per tutelare ambiente e salute.
NEL VIDEO LA VOCE DEI CITTADINI DEL QUARTIERE
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.