Genova – Slitta l’Ocean Race genovese.
La tappa finale della gara di vela intorno al mondo scivola al 2023 a causa del Coronavirus.
Niente di nuovo, è successo anche per le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Ma c’è un però.
Il Comune di Genova avrebbe già assunto tramite bando due dirigenti, uno per l’area commerciale e l’altro per quella organizzativa.
I nuovi componenti dello staff sarebbero inquadrati a tempo determinato, fino al 2022, con un compenso di tutto rispetto: 245.000 euro l’anno per entrambi.
Sembrerebbe anche che il Comune stia già pagando i due stipendi.
Qual è il problema? C’è il rischio concreto che con il differimento dell’evento si generino maggiori costi per l’ente, che dovrà prolungare i contratti già in essere e sborsare un’annualità in più.
È questo che preoccupa Alessandro Terrile, consigliere comunale in quota PD, che domani in Sala Rossa presenterà un’interrogazione a risposta immediata.
“Per prima cosa vorrei sapere se se è vero che la manifestazione è stata rinviata. Perché c’è una delibera di Giunta datata 25 giugno ma nessuna comunicazione, né ai Consiglieri comunali, né alla stampa. Una totale mancanza di trasparenza”, denuncia Terrile che poi torna alla carica sui costi: “Vorrei sapere quanto il Comune ha già speso per l’organizzazione e quali sono i costi preventivati per il rinvio”.
Il primo preventivo, approvato dalla delibera di Giunta del settembre 2019, parla di 11milioni e 800mila euro. Il doppio della spesa sostenuta per Euroflora, che potrebbe lievitare ancora.
Secondo le dichiarazioni del Sindaco il Comune dovrebbe rientrare degli investimenti grazie agli sponsor ma “al momento non si ha notizia di sponsorizzazioni”, precisa ancora Terrile.
A queste perplessità se ne aggiunge un’altra: “Siamo sicuri che l’evento avrà sulla città il ritorno che ci si aspetta?”.
È scettico Terrile che alle previsioni “un po’ troppo ottimistiche del Sindaco che ha parlato di 300.000 visitatori” risponde lasciandoci nel dubbio: “I numeri di Bucci resisteranno alle norme anti-Covid?”.
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.