Decreto Ristori, sono oltre centomila gli esclusi a livello nazionale. Banchero (segretario Cna Genova): “Queste differenze di trattamento creano tensioni anche sociali”
Genova – Sono circa tremila le imprese genovesi del settore della ristorazione rimaste inspiegabilmente escluse dagli indennizzi previsti con il Decreto Ristori.
A denunciarlo a livello nazionale e locale è stata la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (Cna), dopo una lettura attenta del testo del provvedimento.
Si tratta di tutte le imprese che svolgono l’attività di ristorazione senza somministrazione, quindi: pizzerie al taglio, gastronomie, rosticcerie, piadinerie e gelaterie. Realtà che stanno accusando da tempo vistosi cali di fatturato ma che al momento non sono ammesse ai contributi di ristoro.
“In provincia di Genova parliamo di circa tremila imprese del settore e cinquemila addetti che rischiano forti ripercussioni – denuncia il segretario di Cna Genova, Barbara Banchero -. Con queste differenze di trattamento si stanno creando tensioni anche sociali. È necessario ragionare su un quadro ampio che avrà ripercussioni su tutti i settori anche per un generalizzato calo dei consumi legato alla paura”.
Oltre centomila gli esclusi a livello nazionale
A livello nazionale le imprese della ristorazione senza somministrazione escluse dagli indennizzi sono oltre centomila, e per questo Cna ha ribadito come tali attività debbano essere comprese nel comparto della ristorazione quando si parla di indennizzi.
Cna confida che l’esclusione dal Decreto di queste imprese sia stata una grave ma solo banale svista, e che il governo possa porre rimedio con tempestività. Il provvedimento consente, infatti, ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico di estendere la platea dei beneficiari in qualsiasi momento.
La Confederazione infine sollecita il Governo a proseguire il confronto con le associazioni datoriali per definire metodo chiaro preciso e coerente per definire il perimetro delle misure di ristoro. È necessario infatti ampliare l’ambito di intervento alle attività delle filiere che sono le più colpite dalla pandemia e ulteriormente penalizzate dalle restrizioni per contenere il virus. Un lungo elenco che comprende ad esempio bus turistici, tintorie, lavanderie e fotografi.
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