Viadotto Bisagno, residenti esasperati incalzano Bucci: “Adesso basta, trasferiteci”

Dopo il crollo delle cinque lamiere da 20 kg precipitate lo scorso 16 marzo, il Comitato Abitanti Sotto Ponte Bisagno chiede di accelerare le pratiche

Genova – “Chiediamo alle istituzioni, sia liguri che nazionali, di mettersi al nostro fianco per difendere un diritto costituzionale, quello all’incolumità e alla vita, difendendo i cittadini nei confronti delle inadempienze di Autostrade“.

Lo scrive la presidente del Comitato dei residenti, Chiara Ottonello, in una nota stampa dove ripercorre tutti gli episodi in cui dal viadotto Bisagno è caduto giù qualcosa.
“Bulloni, pluviali, calcinacci, passerelle, coperture di furgoni, lamiere”. Un lungo elenco “che racconta come, in un anno e mezzo, dal viadotto sia precipitato qualsiasi oggetto contundente, direttamente sulle abitazioni dei residenti di via delle Gavette”.
L’ultimo episodio quello di martedì scorso, quando “cinque lamiere da circa 20 kg” sono cadute in ordine sparso su via delle Gavette e in due giardini della zona, “sfiorando una macchina e un pulmino che stava trasportando quattro persone”.
Non solo: “Due di queste hanno spaccato una persiana, dietro la quale si trovava una ragazzina che stava facendo la dad, e sono cadute vicino a un tubo del gas”. Ennesima tragedia sfiorata.

Una situazione che ha esasperato e terrorizzato i residenti che ora incalzano le istituzioni perché intervengano subito, anche “a fronte della lettera inviata dal precedente ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Paola De Micheli, al sindaco di Genova Marco Bucci“.
Già a settembre 2020, in effetti, l’ex Ministro scriveva: “Credo sia opportuno avviare la procedura che determini la cessione consensuale al Comune delle predette abitazioni da parte dei proprietari, con riconoscimento dei relativi valori immobiliari ai proprietari medesimi […].
La copertura dei costi occorrenti per le cessioni immobiliari, previa definizione dei valori immobiliari con i cedenti, nonché per la demolizione dei relativi fabbricati, potrà rinvenirsi nelle somme poste a disposizione da Autostrade per l’Italia SpA (già consultata per le vie brevi) in favore della comunità ligure”.

Una comunicazione che è rimasta lettera morta, mentre in mezzo a questo ping- pong tra Genova e Roma ci sono i residenti che non ci stanno più a rischiare la pelle e chiedono a Bucci “di portare a conoscenza del nuovo ministro la nostra situazione il prima possibile, per procedere con l’iter iniziato tempo fa dallo stesso ministero, senza dover piangere delle vittime, stavolta sotto il Bisagno”, questo visto anche “il suo dialogo aperto con il ministro Giovannini”.
La frecciata va a un post pubblicato dal Comune su FB due giorni fa, in cui si annuncia che “continua il dialogo con i ministri Enrico Giovannini e Giancarlo Giorgetti per poter usare gli 88 milioni di euro, già stanziati per il nuovo ponte Genova San Giorgio, per realizzare il progetto del Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso, la rigenerazione degli spazi sotto il nuovo viadotto”.

Se il dialogo è aperto, dunque, manca solo che la politica si dia una mossa per trasferire la cinquantina di residenti di via delle Gavette che vivono sotto al viadotto. E che lo faccia prima di un altro disastro.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.