Nodo ferroviario, l’alternativa c’è. Oggi all’Albatros l’assemblea pubblica promossa dal nuovo polo di sinistra genovese

La proposta è quella di Luigi Sessarego e prevede che i treni merci non passino più in mezzo alle case

Genova – Il progetto di Rfi, che grazie allo Sblocca cantieri è stato inserito nel Terzo Valico, ora è in fase di screening di VIA da parte di Regione Liguria e prevede il passaggio tra le case di Sampierdarena e Certosa di 42 convogli merci da 750 metri ciascuno, merci che ferrovie dichiara essere almeno per il 13% “pericolose”. Carri che andranno avanti e indietro nelle due direzioni di marcia affiancando anche una parte del tracciato del prolungamento della metro Brin-Canepari. Una fascia di terreno larga 15 metri per quattro binari.
Una soluzione che continua a far discutere.

Per questo stamattina, al teatro Albatros, il nuovo polo di sinistra genovese ha promosso un incontro con i residenti delle delegazioni più colpite per promuovere l’alternativa disegnata da Luigi Sessarego. Una proposta che prevede l’eliminazione del passaggio delle merci tra le case, spostandone i relativi convogli sulla linea Sommergibile lato Polcevera, e spostando l’area di manovra dei treni dal Parco del Campasso all’area ex Eridania, dove la Sommergibile riaffiora alla quota del ferro dei binari. Poi la liberazione dei dieci ettari del Parco del Campasso che, pur rimanendo di proprietà Rfi, potrebbero essere oggetto di progettazione di servizi e aree verdi e aggregative per la cittadinanza.
Lo spostamento della linea passeggeri con il ripristino della travata sopra via Fillak del bivio Feltrinelli, presupposto indispensabile per la realizzazione di un vero treno metropolitano con frequenze inferiori ai 10 minuti, che andrebbe ad intersecarsi con la Metro Genova, in un interscambio estremamente favorevole per l’utenza.
Il mantenimento in città dei posti di lavoro legati alla manutenzione di ferrovie e metropolitana le cui lavorazioni troverebbero posto in loco, a differenza di quello che prevede Trenitalia che sposterebbe le manutenzioni fuori Genova. E infine la presa in carico dei disagi dei cittadini le cui abitazioni, numericamente limitate, insistono sulla linea proposta, disagi che, data l’esiguità dei numeri, potrebbero essere fronteggiati con misure importanti.

L’alternativa di Sessarego

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