Genova – Il buono pasto è una cosa seria, sostituisce la mensa ed è, per molti lavoratori, un diritto acquisito.
Utilizzato da almeno due milioni e mezzo di persone, genera un fatturato annuo di 2,7 miliardi di Euro.
Eppure sono mesi che l’azienda genovese Qui!Group, che nel 2016 si è aggiudicata l’appalto per la fornitura dei ticket alla pubblica amministrazione, non versa un soldo agli esercenti che, dunque, si sono visti costretti a rifiutare i buoni con grave disagio per i lavoratori.
Noi abbiamo contattato un commerciante che aspetta di incassare da Qui!Group una cifra considerevole e ci ha spiegato che il suo dramma si gioca tra la paura di chiudere il rapporto con l’azienda e non percepire più quanto gli è dovuto, oppure continuare ad accettare i ticket ma aumentare un credito che non sa se verrà mai onorato, o ancora: smettere di accettarli e perdere i clienti che di quei buoni fanno un sostegno per arrivare alla fine del mese.
Simona Tarzia
Su QUI!Group:
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.