Ci piacciono eroi, impavidi. Di loro apprezziamo lo sprezzo del pericolo. Quando si tratta di mettere in salvo le nostre vite, di rischiare al posto nostro, allora usiamo termini come “angeli, o eroi”, inondiamo le nostre e le loro vite di retorica melliflua per nascondere le magagne di un sistema che funziona male. Perché possono imbattersi in un assassino che premedita di far scoppiare bombole di gas nell’incendio di una cascina e morirci in tre. O di dover spegnere l’incendio di un magazzino di infiammabili vicino a cisterne che contengono prodotti petroliferi. La sorte gioca con i nostri “eroi” tirando la monetina. Oggi ti è andata bene, puoi vivere, domani chissà.
Abbiamo visto poliziotti scavare nelle macerie a mani nude, senza pensarci troppo, eroi pure loro. Di altri abbiamo scritto: Poliziotti, Carabinieri, Magistrati, uccisi dai mafiosi collusi con la politica.
Nell’ultimo anno, tra le fila degli “eroi” si sono aggiunti i sanitari, salvando vite, facendo orari improbabili, probabilmente disattendendo molte delle regole sulla sicurezza sul lavoro, morendo dopo turni inumani, magari senza avere DPI adeguati perché chi doveva fornire protezioni, strutture e personale sufficiente ad affrontare la pandemia, era indaffarato a fare altro.
La politica taglia le spese per i servizi, e così, i nostri “eroi”, dall’oggi al domani si ritrovano con pochi mezzi, buttati allo sbaraglio e mettendo a rischio le loro vite.
Gli eroi usa e getta
Poi quando non servono più, gli “eroi” diventano avventati, imprudenti, in alcuni casi vengono considerati portatori di quel male che hanno combattuto. Come sta succedendo in questi giorni al personale sanitario che non si è ancora vaccinato, bollato senza mezzi termini come “No-vax” e sottoposto a processi mediatici sommari, senza uno straccio di prova scientifica. Ma per salvare un sistema sanitario che dopo decenni di tagli è ormai allo sbando, si possono ben sacrificare un po’ di eroi.
L’incapacità e la voracità della politica
Gli eroi sono funzionali a coprire le falle provocate dall’incapacità e dalla voracità della politica. Così come gli “angeli” servono a commemorare il ricordo delle vittime del crollo di un ponte. Sarebbe costruttivo, invece, che nelle cerimonie si leggessero i nomi di chi è morto, magari pagando pure il pedaggio, insieme ai nomi di quelli che certamente, per lucro, negligenza, spregiudicatezza, in “angeli” li hanno trasformati.
Gli eroi non esistono, i lavoratori sì
Per noi, da sempre, gli eroi non esistono.
Esistono infermieri, medici, agenti, vigili del fuoco, che sono lavoratori e andrebbero rispettati e messi al riparo da qualsiasi uso strumentale.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.