Non si placa la polemica sulla sicurezza a Sampierdarena: Pastorino (Lega) risponde a Colnaghi

Un fatto è assodato: la politica non ha la la volontà di assumersi la responsabilità di ciò che accade nei nostri quartieri

Genova – Sampierdarena invivibile? Crediamo di no. Uno dei quartieri più popolati di Genova ha molte criticità? Pensiamo di sì.
E da questo punto, sarebbe auspicabile, che partissero i ragionamenti dei nostri politici, locali e non, per risolverli i problemi dei cittadini. Ma i “titoloni” in campagna elettorale si sprecano, soprattutto se a governare è la parte avversaria.
Un’altra delle “malattie” della nostra politica, oltre alla cattiva pratica della troppa autocelebrazione, è il benaltrismo, fastidioso imbuto in cui si infilano i concetti che poi non trovano alcun risultato pratico. “Perchè tu hai governato 30 anni”, “e allora tu governi da 4 e non hai mantenuto le promesse”. Un batti e ribatti sterile che ha solo lo scopo di allontanare le responsabilità da sé.
E mentre le polemiche si sprecano, con grande perdita di tempo, i problemi rimangono sul tappeto. Lasciamo gli spalti ha chi ha voglia di tifare, per provare a fare una disamina della situazione.
Le forze dell’ordine non hanno abbastanza risorse e organico per controllare a tappeto le zone della città più critiche. E questo non è un problema del governo Draghi, c’era già con i governi precedenti, e con i ministri precedenti che, evidentemente, poco o nulla hanno fatto in questo senso. E vale anche per il Governo giallo-verde di Conte con salvini Ministro degli Interni.
La Polizia Locale? Con l’avvento dell’assessore Garassino abbiamo visto aumentare le assunzioni dei nostri vigili urbani, e un progressivo “svecchiamento” degli organici. Sono perlopiù concentrati nel Centro Storico, a folti gruppi, e si dividono il controllo del territorio, non senza qualche polemica, con la Polizia di Stato.
Poi un bel giorno, durante un Consiglio Comunale, scopriamo che la Polizia Locale non fa ordine pubblico e lo spaccio non è di sua pertinenza. Peraltro dopo aver pure addestrato un cane antidroga.
Le polemiche continuano, le soluzioni non si trovano, almeno nell’immediato.

La replica di Pastorino a Colnaghi

Su questo argomento, il consigliere leghista del Centro Ovest, Michele Pastorino, risponde alle dichiarazioni di Michele Colnaghi, Presidente del Municipio, sottolineando che: “Tutto nasce da un articolo pubblicato su un giornale nazionale che riportava il grido d’allarme di un Civ e la denuncia di una mancanza di sicurezza, da parte della Lega. Tali preoccupazioni vengono portate da quasi cinque anni all’attenzione del Questore e del Prefetto di Genova.Le accuse agli assessori alla sicurezza dimostrano poca conoscenza di tale ambito da parte di questi strilloni. Infatti il Comune ed il suo assessore delegato hanno solo ed esclusivamente competenza sulla Polizia Municipale. L’assessore alla sicurezza attuale, come il suo predecessore utilizza tutti gli strumenti consentitigli dalla legge per ripristinare la legalità senza nasconderla. Emblematico quello che è avvenuto nella passata amministrazione di sinistra dell’evanescente sindaco Doria, quando, nell’ambito del solito progetto buonista di integrazione sociale, venne legalizzato il mercatino abusivo di corso Quadrio. Il fatto che poi nel mercatino si continuasse a smerciare roba rubata non era più un problema del comune ma di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza. Bel modo di risolvere i problemi.

Il degrado, strutturale a Sampierdarena, parte da lontano. Le passate amministrazioni comunali e nazionali di sinistra hanno contribuito con le loro scelte a trasformare un quartiere popolare e popoloso, ma non per questo povero, in una periferia. Kafkiano è il fatto che oggi gli stessi partiti si vantino di aver ottenuto dal Governo Letta 20 milioni del Bando per le periferie.

L’attacco all’assessore al commercio è ancora più fuori luogo. L’apertura di mini market etnici, locali notturni travistiti da centri culturali, ma anche centri commerciali o grandi catene di supermercati, sono figli ad esempio del Decreto Bersani sulle liberalizzazioni delle licenze del commercio. Questo decreto, che nella narrazione della sinistra doveva essere una opportunità per aumentare la concorrenza sui prezzi senza pregiudicare la qualità del prodotto, in realtà avviene in un periodo storico di crisi industriale. Di fatto il commercio diventò l’ammortizzatore sociale per chi perdeva il lavoro in fabbrica o per chi era disoccupato ma senza nessuna qualifica o esperienza.

In questi quattro anni e mezzo l’assessore al commercio ha emanato tre bandi per le attività economiche nel nostro municipio e la riqualificazione di via Sampierdarena avverrà grazie al decreto sicurezza voluto dalla Lega con Matteo Salvini Ministro degli Interni.

Fa sorridere l’affermazione che la Lega locale scarichi le responsabilità sul Governo di cui fa parte. Ma questa non è una ultim’ora giornalistica.Ricordo infatti che la Lega ha richiamato più volte alle proprie responsabilità il ministro degli Interni Lamorgese. Stare in un governo democratico e di larghe intese vuol dire proporre e nel caso criticare. Ma forse PD e M5S hanno nostalgia dei regimi totalitari comunisti.

Fa infine un po’ meno ridere il commento che il Presidente di Municipio ha rilasciato su un gruppo social, di cui è anche amministratore, nel quale sostiene che coloro che votano la Lega, sono persone che abboccano. Ritenere gli elettori dei partiti avversari come individui che credono a tutto quello che viene detto loro e senza le capacità di discernimento non solo è estremamente offensivo e diffamatorio ma mette anche dei dubbi sul fatto che il Presidente possa ricoprire tale carica in modo equilibrato”.

Tanto dovevamo per dar voce a una più ampia platea possibile. Ci piacerebbe, però, ricevere progetti e soluzioni, magari discussi e condivisi con i cittadini, per trovare veramente una via d’uscita e restituire ai territori del Ponente e della Valpolcevera la dignità che meritano. Ma vorremmo anche che il dialogo politico si evolvesse, con un linguaggio meno propagandistico, meno superficiale, meno incline ad accarezzare l’ombelico degli elettori e anche meno violento.
Ma adesso siamo in campagna elettorale e quindi vige il “fiato alle trombe”.

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