La giovane candidata del campo progressista rilancia l’idea di utilizzare i binari dismessi da Rfi per la metropolitana di superficie del Medio Ponente
Genova – Vittoria Canessa arriva da un’esperienza di lavoro lontana da Genova che l’ha portata a decidere di impegnarsi per la sua città “perchè la vedo cambiata, non dà le opportunità giuste ai giovani e invece vorrei che potessero tornare anche i ragazzi che oggi non ci riescono”.
Ha le idee chiare la giovane candidata del campo progressista che ha iniziato il suo impegno politico a 16 anni, nel circolo di Rapallo. Una passione ereditaria che l’ha portata nella squadra della segreteria provinciale del Pd dove è delegata allo Sviluppo economico.
Partendo da qui, Canessa mette subito in chiaro quali sono le priorità e la rotta per il Comune di Genova: “Arriveranno tanti soldi dal PNRR ma in questa città manca una regia, manca la condivisione con il territorio. Pensiamo alla funivia del Lagaccio, dove la popolazione non ha coscienza di quello che accadrà”, precisa aggiungendo con una punta di veleno che “io non voglio più vivere in una città che usa simulazioni 3D e uffici stampa per far digerire le proprie scelte ai cittadini o per far propaganda”.
È critica Canessa, anche sull’ultimo miglio: “Con il presidente del Municipio V, Federico Romeo, abbiamo fatto delle osservazioni alla VIA presentando dei progetti alternativi a quelli di RFI, ma non abbiamo ancora avuto risposta. E neanche dall’attuale amministrazione alla quale abbiamo fatto presente che questi progetti devono essere discussi insieme e non calati dall’alto”. Stesso giudizio per lo spostamento dei depositi chimici che, sottolinea, “non è uno spostamento ma un ampliamento”. Anche qui è mancata la condivisione con il territorio e con gli operatori economici: “È una soluzione che mette a rischio la popolazione e mette anche a rischio i traffici del porto, tant’è che anche lo stesso primo armatore italiano lo ha segnalato più volte. Si perderebbero posti di lavoro perché le autostrade del mare sono estremamente importanti per un porto come Genova”.
Infine sugli assi di forza rilancia l’idea di utilizzare i binari dismessi da Rfi per la metropolitana di superficie del Medio Ponente, “un progetto integrato che vede da una parte lo sviluppo del porto e della Blue economy su Genova, dall’altra la mobilità e come questa si interfaccia con la stessa città”. Sì perchè con le nuove stazioni che nasceranno a servizio di Fincantieri – la linea prevederà le fermate di Sestri Ponente, Aeroporto, Multedo Fincantieri e Cornigliano Est – si potrebbero utilizzare i vecchi binari per la metropolitana di superficie del Medio Ponente.
Invece, conclude Canessa, “mi pare che nella strategia dei quattro assi ci sia più la volontà di investire dei soldi e fare delle autorimesse. Ci si concentra di più sul vettore che sull’offerta per i cittadini”.
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