Uno sguardo sulla differenziata, le isole ecologiche che mancano all’appello e sul nuovo impianto d’ambito previsto dal Piano Regionale. Sarà termovalorizzatore o gassificatore?
Genova – In attesa del Consiglio comunale monotematico di domani, dove si parlerà del Piano Aziendale di AMIU, della situazione impiantistica, della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti fuori città, abbiamo incontrato il Presidente della società in house del Comune di Genova, Giovanni Battista Raggi, e il Responsabile degli impianti di smaltimento, Carlo Senesi.
A loro le nostre domande, iniziando dai tempi di realizzazione del TMB di Scarpino che affonda nella spazzatura, dai maggiori costi e chi li pagherà. E ancora: il progetto dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico prevede anche un modulo per la produzione di CSS, ma il mercato del Combustibile Solido Secondario non è mai decollato. Si farà ugualmente?
Il 28 dicembre scorso, Regione Liguria ha annunciato l’accordo con l’Emilia Romagna per il trasferimento e lo smaltimento – nel termovalorizzatore di Piacenza del gruppo Iren – di 7.000 tonnellate di rifiuti urbani.
C’entrano qualcosa i ritardi sul cronoprogramma della realizzazione del TMB a Scarpino?
Ha senso continuare ad investire su Scarpino, una discarica cui restano solo 7 anni di vita?
Nel Piano regionale che a luglio 2022 ha ottenuto il via libera dopo la fase di consultazione pubblica della Valutazione Ambientale Strategica, si parla di “un nuovo impianto d’ambito regionale che valorizzi il rifiuto indifferenziato in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico, mediante un approccio preferibilmente waste to chemical, cioè producendo green fuels quali idrogeno e metanolo che possano essere impiegati in distretti verdi, con forte effetto di decarbonizzazione. In alternativa saranno valutate tecnologie di valorizzazione energetica. L’obiettivo infatti è valorizzare tali rifiuti per rendere la discarica uno strumento residuale e compiere il passo decisivo per la chiusura del ciclo a livello regionale, evitando l’invio di rifiuti fuori regione, minimizzando gli impatti ambientali e ottimizzando i costi. Il piano non localizza il nuovo impianto, per cui saranno necessari specifici canali di finanziamento, ma definisce criteri localizzativi che saranno alla base della futura scelta del sito di intesa con gli enti interessati”.
All’orizzonte c’è un termovalorizzatore o un gassificatore?
Biodigestore, quale futuro dopo che il progetto presentato per i finanziamenti del Pnrr è risultato il primo degli esclusi?
Isole ecologiche: perché a Levante non ce n’è neppure una? E il Medio Ponente, che ha perso la sua, ingoiata dal crollo del Morandi insieme a Bruno Casagrande, Mirko Vicini e Alessandro Campora?
I cassonetti intelligenti lo sono davvero? C’è stato un cambiamento nella qualità della raccolta differenziata tra prima e dopo? E perché le bocchette sono così strette?
Quali sono le prospettive industriali di Amiu visto che la raccolta differenziata non può essere solo un fine ma un mezzo?
E i prossimi investimenti previsti?
Simona Tarzia
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.