Carcere e droga: quasi il 30% dei detenuti è tossicodipendente
Partiamo dalla cronaca
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Capua hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, nei confronti di 14 persone indiziate dei reati di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti” nonché “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione” nel carcere di Carinola, dove i destinatari delle misure cautelarti di oggi, all’epoca delle indagini erano detenuti.Le indagini hanno consentito di smantellare una piazza di spaccio organizzata dai detenuti e da chi inviava loro pacchi contenenti confezioni sottovuoto di salumi e formaggi nei quali veniva nascosta droga, cellulari e schede telefoniche.
Nel corso dell’indagine sono state arrestate, in flagranza di reato, diverse persone e sequestrati circa 1,7 KG di sostanze stupefacenti oltre che 9 celluri e 20 schede telefoniche.
38 gli arresti a Catanzaro
Un fatto analogo è avvenuto anche a Catanzaro dove l’operazione condotta dai Carabinieri ha portato all’esecuzione di 38 misure cautelari. I reati contestati alle persone coinvolte nell’operazione sono “associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e all’accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, concorso esterno nelle due associazioni, istigazione alla corruzione; corruzione con l’aggravante mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, procurata evasione, falso e truffa ai danni dello Stato”.
La droga fuori dal carcere
Per quanto riguarda la droga fuori dal carcere, oggi i carabinieri di Giugliano in Campania e di Caivano hanno arrestato undici persone indiziate di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni e tentate estorsioni, detenzione e porto di armi, detenzione a fine di spaccio di droga, reati aggravati dal metodo mafioso. Ma è solo una notizia di oggi che ci parla di un crimine bloccato dalle forze dell’ordine. Mentre scriviamo, è probabile che qualche tonnellata di cocaina sia in viaggio verso i nostri porti.
Il narcotraffico: da dove parte la droga
Il narcotraffico, in termini di dimensione, è uno dei traffici illeciti maggiormente rilevante nell’area mediterranea, e ogni tipologia di stupefacente segue una rotta ben delineata per entrare nel mercato europeo. Le rotte principali sono quattro: America Latina e Centrale, il Mediterraneo allargato, il Sud est asiatico, e un mercato interno europeo con riferimento diretto all’Olanda. Poi ci sono corridoi anche specifici per raggiungere il mercato europeo. Uno è quello balcanico dove passano eroina e oppiacei. Hashish e marijuana provenienti dall’America Latina e Caraibi e dal Medio-Oriente transitano anche per la rotta siriana, la rotta latino-americana e la rotta africana. La cocaina, i cui maggiori produttori sono in America Latina e Caraibi, passa attraverso i Paesi Mediterranei e raggiunge il Nord Europa. In forte espansione il fenomeno dei narcoskipper, che a bordo di imbarcazioni da diporto trasportano stupefacenti nei porti turistici.
Le mafie e il mercato delle droghe sintetiche
Ma la nuova frontiera sono le droghe sintetiche, mercato che sta attirando l’attenzione delle mafie italiane che nella chimica intravvedono numerosi vantaggi. Il primo è senz’altro dato dalla possibilità di svincolarsi dai produttori sudamericani, con cui peraltro sono in ottimi rapporti. Soprattutto la ‘ndrangheta che può permettersi di comprare a prezzi molto più vantaggiosi della concorrenza. Ma lo svantaggio delle droghe tradizionali è attendere i cicli di produzione ma soprattutto il rischio dei sequestri. L’altro vantaggio delle droghe sintetiche è dato dalla possibilità di aumentare i laboratori quindi le piazze di spaccio. Senza contare il costo bassissimo di produzione e la rapidità di produzione. Gli oppioidi sintetici come il fentanyl o le metanfetamine possono essere “cucinati” e spacciati continuamente durante l’anno, sono più efficaci dell’eroina e rendono utili elevatissimi con basso rischio. Stiamo entrando in una nuova era nella quale le mafie cambieranno il loro approccio al mercato degli stupefacenti sia a livello nazionale che transnazionale.
L’uso di sostanze stupefacenti in Italia: una situazione preoccupante
L’analisi del fenomeno dell’uso di sostanze stupefacenti nel nostro Paese rivela un quadro in crescita, in linea con altre nazioni europee, basato su dati provenienti da fonti ufficiali e specializzate nel campo delle tossicodipendenze.
I dati evidenziano un aumento significativo dei consumi, sia nella fascia di età compresa tra i 18 e i 64 anni che tra i 15 e i 19 anni. Di particolare preoccupazione è l’incremento rilevante dei consumi giovanili, passati dal 18,7% al 27,9% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è principalmente attribuibile all’uso crescente di cannabinoidi sintetici e NPS (Nuove Sostanze Psicoattive).
Tra le nuove tendenze si osserva una persistente alta prevalenza di utilizzo di cannabinoidi sintetici e NPS, rappresentanti circa il 10% dei consumi totali. Queste sostanze, definite “di nuova generazione”, sono principalmente acquistate tramite il mercato online, sottolineando la necessità di interventi mirati anche nella sfera digitale per contrastare questo fenomeno.
Aumento dell’uso di psicofarmaci tra i giovani
Un altro dato allarmante riguarda l’aumento dell’uso di psicofarmaci nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni, che è salito al 10,8% rispetto al 6,6% registrato nel 2021. Questo fenomeno richiede un’attenzione particolare e interventi mirati per comprendere e affrontare le cause alla base di questo trend.
L’aumento generale dei consumi si riflette negativamente sulla salute pubblica, con un incremento degli accessi ai servizi pubblici e alle comunità terapeutiche, nonché un aumento dei ricoveri e degli accessi al Pronto Soccorso correlati alle problematiche legate alle droghe. Inoltre, si osserva un aumento delle diagnosi di infezione da HIV e AIDS in forma tardiva, evidenziando la necessità di un approccio integrato per affrontare le conseguenze sanitarie dell’abuso di sostanze.
Diffusione della cocaina in Italia
La cocaina rimane una delle sostanze più diffuse e problematiche nel mercato delle droghe in Italia, con un costante aumento della sua presenza e distribuzione nel territorio nazionale. I flussi principali di questa sostanza provengono principalmente via mare dai Paesi sudamericani di produzione.
Negli ultimi due anni, i quantitativi di cocaina intercettati nel nostro Paese hanno registrato un drammatico aumento, un record assoluto nel 2022, con più di 26 tonnellate sequestrate, rispetto alle 3,5 tonnellate del 2018.
Impatto socio-economico
La spesa stimata per il consumo di cocaina nel 2023 rappresenta quasi un terzo della spesa totale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti, ammontando a circa 5 miliardi di euro. Questi dati sottolineano l’ampia diffusione della droga e il suo impatto significativo sull’economia e sulla società italiana.
Aumento dei consumi tra i giovani
Inoltre, si registra un preoccupante aumento dei consumi di cocaina tra i giovani, con circa 44.000 studenti (2% della popolazione studentesca) che ne hanno riferito l’utilizzo nel 2022. Complessivamente, circa mezzo milione di persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1% della popolazione) hanno fatto uso di cocaina nel corso dello stesso anno, confermando il ruolo predominante di questa sostanza nel panorama delle droghe in Italia.
Le dipendenze in ambito carcerario
La presenza di persone affette da dipendenze da sostanze o alcol in carcere, a seguito della commissione di vari reati, presenta una serie di sfide significative sia per la gestione di questi individui in un ambiente già problematico, sia per l’implementazione di cure adeguate per trattare tali condizioni.
La necessità di cure al di fuori del carcere
È indubbio che coloro che soffrono di queste condizioni patologiche debbano e possano ricevere cure appropriate al di fuori dell’ambiente carcerario. Esistono dispositivi di legge, come il D.P.R. 309/90, che esplicitamente prevedono questa possibilità per coloro che soddisfano determinati requisiti e hanno bisogno di trattamenti correlati a vere e proprie dipendenze da sostanze o alcol.
Tuttavia, è importante sottolineare che nonostante i diritti esigibili e i requisiti necessari, vi è una scarsa adesione all’art. 94 da parte delle autorità carcerarie, e molte persone affette da dipendenze restano detenute nonostante la possibilità di intraprendere percorsi alternativi volti alla cura e alla riabilitazione.
È essenziale chiarire che le persone affette da dipendenze di sostanze o alcol all’interno delle carceri non vi si trovano a causa della loro condizione di tossicodipendenza o alcol dipendenza, ma piuttosto a causa dei vari reati commessi.
Punizione Penale e Trattamento della Dipendenza
La legge punisce penalmente coloro che sono coinvolti nel traffico o nello spaccio di sostanze stupefacenti, così come coloro che commettono altri reati, anche se non direttamente correlati alla legge D.P.R. 309/90. Tuttavia, nessuna persona è incarcerata esclusivamente per il suo stato di dipendenza da sostanze stupefacenti o alcol. È fondamentale distinguere la responsabilità penale dei reati commessi dalla necessità di trattare le condizioni di dipendenza per promuovere la riabilitazione e la reintegrazione sociale degli individui coinvolti.
Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.