Un migliaio in corteo per le vie della delegazione. Giardella: noi neanche auditi dal Ministero
Genova – “Più servizi, meno servitù”. “No depositi chimici”. “L’unica progettazione è la speculazione”.
Risponde così Sampierdarena all’ipotesi di spostamento dei depositi chimici costieri di Carmagnani e Superba a ponte Somalia, a pochi metri dalle case.
Risponde con l’ennesima manifestazione che ha portato in strada un migliaio di persone unite in una lotta che è iniziata tanto tempo fa, con la posa della prima pietra di quello che i sampierdarenesi avevano soprannominato “il muro di Berlino”. Più di due metri di cemento drizzati davanti alle finestre di Lungomare Canepa.
Oggi quella parete non c’è più ma i problemi sì.
Lo conferma Silvia Giardella, presidente del Comitato di zona, che sottolinea: “Abitiamo in un territorio dove ce n’è sempre una e viviamo pensando a risolvere i problemi. E questo ci crea ansia”.
Anche la vittoria per la copertura della super strada “la prendiamo un po’ con le pinze”, continua Giradella che aggiunge “Ho sentito l’assessore Pietro Piciocchi per sapere dei tempi e avere delle certezze e mi ha risposto che se si riescono a utilizzare i fondi del Pnrr dovrà essere conclusa nel 2025. Ma io finché non c’è l’approvazione del Ministero resta in bilico”. E poi sui depositi chimici lancia una frecciata alla Presidente della Commissione trasporti della Camera, Raffaella Paita, che all’audizione del 26 aprile ha invitato tutti, compresi il Comitato Multedo per l’Ambiente, ma non i destinatari futuri del dislocamento: “Abbiamo chiesto ufficialmente di partecipare in quanto cittadini interessati direttamente ma non abbiamo avuto risposta”.
E la Commissione Trasporti è un nodo importante nell’iter per lo spostamento di Carmagnani e Superba da Multedo a Sampierdarena perchè si attende ancora il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha chiesto dei chiarimenti all’Autorità di Sistema Portuale. E Paolo Signori sarà audito proprio il prossimo 26 aprile.
La manifestazione è accesa. E quando Alessandro Lentini, La parte che c’è, prende il microfono per dire “che l’unica alternativa è l’opzione zero: via i depositi dalla città”, piazza Montano si fa sentire con un gigantesco applauso.
“Non abbiamo bisogno di altre servitù e di sperpero di denaro pubblico”, dice Lentini puntando il dito contro le logiche di “una città vetrina sempre più escludente e sempre più lontana dai quartieri cosiddetti di periferia. Siamo qui per uno sviluppo sostenibile dell’identità commerciale del porto di Genova e Sampierdarena. Siamo qui perchè ancora vogliamo bene al posto dove siamo nati, dove lavoriamo, e dove vogliamo continuare a vivere”, conclude.
In piazza anche il Municipio Centro Ovest che si è mobilitato per organizzare il corteo.
“San Pier d’Arena, San Teodoro e il Centro Ovest non ci stanno a diventare la discarica di tutte le servitù di Genova”, si arrabbia il presidente, Michele Colnaghi, e dall’altoparlante poi denuncia il fatto che “Autorità Portuale ha mandato a Roma un documento dove stranamente si è dimenticata di scrivere che la commissione consultiva ha espresso parere contrario rispetto al dislocamento dei depositi chimici”. Ma niente paura perchè “abbiamo già pronte altre 38 pagine di osservazioni sulla documentazione di Signorini che si aggiungono alle 40 che già avevamo consegnato”.
Insomma, il Municipio promette battaglia.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.