Questori esclusi dal tavolo ligure della sicurezza e vigili con caschi e scudi, per il SIAP la legge regionale fa acqua da tutte le parti

Stamattina il segretario nazionale del Sindacato di polizia ha incontrato il Prefetto di Genova, sul tavolo anche la questione dei presidi ospedalieri: “La Regione paghi per la vigilanza privata”

Genova – “I problemi di sicurezza si risolvono all’interno del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, lo ha chiarito il prefetto. Gli altri tavoli hanno un carattere esclusivamente politico”.
Così Roberto Traverso, il segretario nazionale del SIAP, dopo l’incontro di stamattina in Largo Lanfranco sulla nuova legge varata ieri da Regione Liguria che esclude i questori dal Tavolo regionale sulla sicurezza.
“È stato un conforto sentire queste parole dal prefetto di Genova, parole che chiaramente valgono anche per i prefetti delle altre province della Liguria” che dunque quando avranno problemi di sicurezza si rivolgeranno al Comitato e non al tavolo regionale che “non può neanche decidere dell’ordine pubblico”, sottolinea Traverso appena uscito dall’incontro.

Minori da tutta Italia arrivano a Genova per comprare farmaci sotto banco

“La Regione non vuole risolvere il problema, vuole solamente avere una bandierina politica sull’argomento”, continua il segretario del SIAP denunciando il fatto che qui, a Genova, “uno dei problemi principali è quello dello spaccio”, e non parliamo solo di cocaina o eroina ma di psicofarmaci.
“Sembra che a Genova ci sia
 un’interpretazione particolare della normativa sui minori” e così “sta proliferando lo spaccio di farmaci che i ragazzini vengono ad acquistare da tutta Italia”. Un problema “di polizia giudiziaria che qualcuno vorrebbe trasformare in un problema di ordine pubblico”, denuncia Traverso ricordando che “a Genova tutto l’argomento sicurezza si concentra sull’ordine pubblico” quando invece ci sono problemi “di degrado urbano e mancano i servizi sociali. E così troppo spesso siamo chiamati per fare quello che dovrebbe fare il Comune. Noi vogliamo fare il nostro” e anche “i colleghi della Polizia locale devono darci una mano” ma “su quanto è di loro competenza”. 

Vigili con caschi e scudi

E proprio sulla Polizia locale è scoppiata una nuova polemica dopo che, sempre ieri, la Regione ha messo mano alla modifica della legge sulla Municipale dotando gli agenti di caschi e scudi.
“Queste dotazioni servono per attività di ordine pubblico” precisa Traverso chiarendo che stamattina è stato “chiesto al prefetto quand’è che la municipale le utilizzerà visto che comunque l’ordine pubblico lo decide il Questore” e “a Genova i caschi e gli scudi li teniamo nascosti perché speriamo di usarli il meno possibile”. Lo aggiunge sottolineando che quello che serve davvero è “l’attività investigativa per contrastare il dilagare della criminalità organizzata di stampo mafioso”, e non un’altra famiglia di caschi e scudi.

Presidi ospedalieri: “La Regione paghi per la vigilanza privata”

“È giusto che negli ospedali ci sia la Polizia di Stato, ma per svolgere quelle che sono le sue funzioni di polizia giudiziaria” dice Traverso facendo riferimento alla mozione approvata ieri in Consiglio comunale con la quale si impegnano il Sindaco e la Giunta a “ripristinare i presidi delle forze dell’ordine h24” al Galliera e al San Martino.
“E perché a Villa Scassi no?”, si chiede il segretario del SIAP aggiungendo che “ogni volta ci si rivolge allo Stato ma è la Regione che dovrebbe pagare gli ospedali in modo che a loro volta possano assumere la vigilanza privata”.  Questo è “il suggerimento” che Traverso dà “al Comune” assicurando che “è d’accordo anche il prefetto”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.