Giuseppe Verdi a Genova, era il 1900

Nei suoi lunghi mesi invernali trascorsi a Genova Giuseppe Verdi ebbe un uomo di fiducia in città, l’amico ingegnere Giuseppe De Amicis. Dai suoi possedimenti di Sant’Agata, in Emilia, scriveva il 28 giugno 1900:
“Caro De Amicis, la Casa Ricordi vi avrà mandato per conto mio Lire 2000. Voi già sapete che è per pagare il semestre anticipato del mio appartamento in casa Doria. Voi già l’avete fatto ed io ve ne ringrazio. A giorni andrò a Milano e di là a Montecatini. Nell’andare e nel ritornare passerò per Genova.Intanto grazie tante e saluti affettuosi. G. Verdi”.

La scrittura contorta e faticosa tradisce la tarda età del Verdi ma ci informa ancora su una persona di spessore mondiale che anticipava l’affitto ed accudiva con zelo ai propri affari. Un inquilino esemplare.

Il primo incontro con l’ingegnere De Amicis, cugino dello scrittore Edmondo fu casuale, presso dei bagni pubblici in costruzione. Verdi e la compagna Strepponi lo invitarono all’Hotel Croce di Malta, dove soggiornavano. Questo rinomato Hotel si trovava in un antico palazzo di via Carlo Alberto fra Porta dei Vacca e Piazza del Banco di San Giorgio. In Vico Morchi si può ancora notare, alzando la testa, la torre dell’Hotel che ospitò altri personaggi importanti come Henry James, Mark Twain, Flaubert, Mary Shelley.

Verdi scelse Genova oltreché per la mitezza del clima, anche e soprattutto per l’estrema riservatezza dei suoi abitanti. Amò tanto Genova da essere insignito dal sindaco Andrea Podestà, nell’anno 1867, della cittadinanza onoraria, come testimonia una lapide nel lato nord della facciata del Palazzo del Principe.Vi è scritto che”fu acclamato cittadino genovese” e “qui venne a seconda dimora” vivendo “in gagliarda vecchiaia operoso”.
Il melodramma Simon Boccanegra è interamente da lui dedicato al doge genovese ed ambientato prevalentemente in Palazzo Ducale con ampi riferimenti alle famiglie nobili del tempo dei dogi.

Nel 1873  i coniugi Verdi lasciarono l’abitazione di Villa Sauli in Carignano, dove nel frattempo si erano trasferiti.

Dimora di Villa Sauli

Pare che il musicista trovasse particolarmente fastidioso il vento che sferzava nella zona. Giuseppina Strepponi, lamentò nella corrispondenza con amici le eccessive cure che richiedeva quell’appartamento. Forse i veri motivi che indussero i due a cambiare casa furono di carattere economico, perché non trovarono un accordo sull’aumento dell’affitto da parte della proprietaria Marchesa Sauli Pallavicino. La nuova residenza fu quella del cinquecentesco Palazzo del Principe Doria detto “di Fassolo”, importante edificio che fu teatro di importanti  avvenimenti come l’incontro fra Andrea Doria e l’Imperatore Carlo V oltre ad avere ospitato Napoleone e Filippo II di Spagna.

Qui abitarono e poterono godere della posizione del giardino sul mare, benché fosse  effettuato proprio in quel periodo lo sbancamento di parte del Palazzo per la creazione di Via Pagano Doria e la costruzione della linea ferroviaria Genova – Torino. Giovanni Tebaldini così descrisse in un suo scritto casa Verdi: “…Consolles, etagères d’ebano intarsiate d’avorio: sui pinnacoletti di alcuni piccoli scaffali, vedo collocati e sospesi orologi tascabili di diverse qualità, epoche e dimensioni…E sulle pareti, quadri dipinti da mani maestre, stoffe, damaschi disposti in ordinato artistico disordine…”

Al mattino ritirava la corrispondenza alle Poste, poi acquistava all’edicola Maragliano almeno una decina di giornali. Era d’obbligo il passaggio nella sua chiesa preferita, quella dell’Annunziata e sovente al Parco dell’Acquasola. Nelle botteghe dei vicoli, acquistava personalmente lattughe fresche che nascondeva sotto il mantello oppure antipasti di prosciutto cotto, di cui era ghiotto. Amava mischiarsi in porto con i camalli e i carbonai per studiare il loro modo di parlare. Spesso con l’amico De Amicis nella zona delle Vigne per assistere a spettacoli di marionette.

A Palazzo Corallo, non lontano da villa Sauli Verdi aveva conosciuto una eccellente cantante boema di nome Teresa Stolz. Le chiacchiere cittadine dell’epoca raccontarono di una loro frequentazione nella suite di un importante hotel non più esistente in Piazza De Ferrari, vicino al teatro Carlo Felice. Proprio lei, al Cairo, debuttò nell’opera Aida del Maestro l’8 febbraio 1872 in occasione delle celebrazioni per l’apertura del Canale di Suez.
La Strepponi con gli anni si abituò alla presenza della più giovane cantante e lentamente s creò fra loro una specie di legame di affetto.

Giovedì 20 dicembre 2018 alle ore 17.30 Franco Bampi e Mauro Salucci presenteranno il primo volume della collana “I Sestieri di Genova” (2018) edito da De Ferrari e dedicato ai sestieri di Portoria e del Molo. La presentazione avverrà all’interno dei locali della libreria LIBRACCIO di Via Cairoli 4 – Genova, già storica libreria Bozzi.

Mauro Salucci è nato a Genova. Laureato in Filosofia, sposato e padre di due figli. Apprezzato  cultore di storia, collabora con diverse riviste e periodici . Inoltre è anche apprezzato conferenziere. Ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di carattere storico. Annovera la pubblicazione di  “Taccuino su Genova” (2016) e“Madre di Dio”(2017) .   “Forti pulsioni” (2018) dedicato a Niccolò Paganini è del 2018 e l’ultima fatica riguarda i Sestieri di Genova.

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