Genova – Le difficoltà di Fegino, e in parte di Borzoli, sono stratificate nei decenni e ogni amministrazione ha messo del suo per peggiorarle. Si aggiunge la presenza di Iplom e dei problemi ambientali di cui è causa, culminati nel 2016 con lo sversamento di 680 mila litri di petrolio nel Rio Fegino, e che continuano oggi con emissioni odorigene che rendono la vita dei cittadini davvero difficile.
Questa microscopica parte di città ha anche subito e sopportato gli enormi disagi del traffico dopo il tragico crollo del Morandi, aggravati dalla mancanza di marciapiedi e dal passaggio incessante dei mezzi pesanti.
Questa microscopica parte di città ha anche subito e sopportato gli enormi disagi del traffico dopo il tragico crollo del Morandi, aggravati dalla mancanza di marciapiedi e dal passaggio incessante dei mezzi pesanti.
Un altro grosso problema è la messa in sicurezza idraulica del rio Fegino che, divisa in tre lotti, a distanza di anni non è ancora stata effettuata del tutto. Il primo lotto, quello del ponte che unisce via Ferri e corso Perrone, è stato terminato con anni di ritardo e con disguidi grotteschi che hanno prodotto un muro alto più di due metri davanti ai portoni.
In seguito alle proteste dei cittadini è stato poi segato e ridotto in altezza dopo le verifiche della scempiaggine ingegneristica verificate di persona da Marco Bucci.
In tempi di “cronoprogrammi”, che fine hanno fatto i lavori di messa in sicurezza del rio? E lo spostamento dei tubi che trasportano idrocarburi dal letto del torrente? E la messa in sicurezza idraulica di via Ferri? Clicca per leggere l’articolo
I soldi stanziati dal governo Renzi sono stati cancellati dal governo Conte 1 con la chiusura di Italia Sicura per cui il neo assessore Pietro Piciocchi ha dichiarato di non averli trovati a bilancio.
Ancora. A causa dell’innalzamento della quota del ponte di via Ferri, quello che doveva terminare in 240 giorni ma ci sono voluti sei anni, come avevamo documentato durante la Commissione del novembre 2017 e come i cittadini avevano previsto, le forti piogge di novembre hanno messo sott’acqua negozi, cantine, e portoni.
Più a monte, in ragione della presenza dei pontini e del mancato dragaggio del Rio Fegino, l’acqua è uscita dall’alveo e ha travolto e allagato tutto quello che ha incontrato sul percorso. Insomma, per farla breve, un vero disastro.
Infine lunedì scorso, senza preavviso, è stato aperto un cantiere in via Ferri transennando marciapiede e negozi. La giustificazione dell’amministrazione è che si tratti di lavori riguardanti i sondaggi per la ricerca delle tubazioni, quale intervento propedeutico alla riqualificazione della roggia Rolla.
Bene che finalmente si inizino i lavori, bene aver trovato i fondi (speriamo), bene agire con tempestività ma aprire un cantiere atteso da anni proprio “nei giorni 9, 10, 11, 14, 16, 21, e 22 dicembre” è veramente una decisione insensata. Abbiamo la certezza che il corriere Bartolini non l’abbia presa tanto bene, in un periodo di grande traffico merci come quello natalizio, ma anche i pochi commercianti rimasti, dopo essere stati alluvionati, vedersi sfuggire un po’ di incassi del periodo natalizio non li ha certamente messi di buon umore. Manca “spelacchio” e in questa periferia abbiamo veramente un quadro completo che le amministrazioni hanno di questo territorio, anche in campagna elettorale.
fp
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Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.