Genova – Prima sono arrivate le denunce per manifestazione non autorizzata, blocco stradale e violenza privata, a settembre 2019, dopo le analisi dei video di sorveglianza registrati durante i picchetti del 29 e 30 agosto 2019.
La prima discussa applicazione del Decreto Sicurezza bis.
Poi sono arrivati i decreti di condanna, il 14 gennaio scorso, e per 19 persone – tra lavoratori, solidali e sindacalisti S.I.Cobas -, sono scattate le maxi multe da 4.000 euro l’una che sanzionano i picchetti davanti all’azienda con i quali gli autisti rivendicavano la stabilizzazione del personale precario e contro l’accordo del 2017, che dettava l’allungamento dell’orario a 58 ore settimanali riconoscendo un forfait di straordinario giornaliero di 15 minuti.
Durissima la reazione dei S.I. Cobas che in una nota stampa di oggi denunciano tutta la loro rabbia:
“Se con l’emissione dei decreti penali in riferimento agli scioperi in NewGel, la Procura aveva lo scopo di dividere e isolare i compagni colpiti dalle multe, l’operazione sta fallendo. A poche ore dall’uscita della notizia, stiamo ricevendo numerosi attestati di solidarietà, che ci fanno capire di non essere soli in questa battaglia. In particolare, la solidarietà che molti delegati CGIL delle principali realtà lavorative genovesi stanno esprimendo con un comunicato unitario (in allegato), riteniamo sia importante proprio per cogliere il fatto che l’attacco generale in corso contro il diritto di sciopero riguarda tutti i lavoratori e le lavoratrici, che ben comprendono la portata dell’operazione repressiva in atto. Far passare questo precedente, significherebbe porre una seria ipoteca allo sviluppo della lotta e degli scioperi in una città come #Genova, da anni sotto attacco in termini di taglio salariale e ristrutturazione industriale.
L’importante presa di posizione di questi lavoratori e delegati – cui va il nostro ringraziamento – dimostra anche che la guerra tra sigle con cui qualcuno aveva provato a raccontare la lotta in New Gel non esiste, provando a confondere quella che era una nostra critica, anche dura, alle segreterie confederali (che a oggi continuano a non pronunciarsi sull’attacco repressivo in atto) con il continuo confronto con tantissimi lavoratori e delegati di queste stesse sigle, con cui abbiamo condiviso negli ultimi mesi diversi momenti di lotta e di piazza.
I lavoratori e le lavoratrici di questa città stanno cogliendo la pericolosità di questo attacco repressivo, che mette in scacco la libertà di mobilitazione e di sciopero di tutti e che rende più difficile il collegamento tra le lotte e il mutuo sostegno tra esse. I decreti sicurezza rappresentano in questo senso un’ulteriore accelerazione di questi processi, ed é anche in questo senso che vanno combattuti.
Multe o non multe non ci faremo intimidire. Costruiamo solidarietà tra lavoratori contro la repressione e i Decreti Sicurezza, di cui va chiesta l’immediata abolizione! Uniti si vince!”.
Potrebbe interessarti anche
Decreto sicurezza bis: soccorso in mare e manifestazioni di protesta i punti critici
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta