“Signal for Help”, è un segnale silenzioso di richiesta d’aiuto per comunicare che è in atto una violenza domestica. Il gesto nasce in Canada grazie alla Canadian Women’s Foundation dopo che le restrizioni per arginare la pandemia di Covid-19 hanno costretto in casa vittime e carnefici, aumentando i casi di maltrattamento.
In Italia, ad esempio, sono state 44 le donne uccise in 87 giorni di lockdown, mentre in questi primi mesi del 2021 si contano già 13 femminicidi.
Un gesto semplice, da fare con una sola mano, magari durante una videochiamata. Un espediente che può salvare una vita in situazioni dove è molto difficile chiedere aiuto, come è successo a Milano, a marzo in piena pandemia, quando una donna ha chiamato la polizia simulando di ordinare una pizza.
Su questo segnale internazionale si sono espresse anche le associazioni italiane che combattono la violenza di genere, sottolineando comunque che è sempre preferibile rivolgersi alle forze dell’ordine o ai centri anti violenza.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.